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Resto del Carlino-Rovigo-Riforma Moratti un salto indietro nella storia

POLEMICA Convegno Ds denuncia i tagli e l'impoverimento dell'istruzione pubblica di base: penalizzati in particolare gli istituti tecnici "Riforma Moratti un salto indietro nella storia" ...

25/03/2004
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Il Resto del Carlino

POLEMICA Convegno Ds denuncia i tagli e l'impoverimento dell'istruzione pubblica di base: penalizzati in particolare gli istituti tecnici
"Riforma Moratti un salto indietro nella storia"
La "controriforma della scuola" voluta dal ministro Moratti è stato il bersaglio dell'incontro organizzato dai ds lunedì pomeriggio alla Gran Guardia. Dopo l'introduzione di Vito Piccininno, responsabile scuola del partito a Rovigo, Alberto Malagugini, coordinatore della segreteria regionale Sinistra Giovanile, ha attaccato la "logica classista" della riforma Moratti, impressa nella ridefinizione dei cicli e nella distinzione tra licei e istituti professionali, mentre le modifiche agli organi collegiali escludono gli studenti dalla partecipazione alla vita e alla gestione degli istituti.
L'imperativo di tagliare la spesa, ha ricordato Luciana Mion, responsabile regionale della scuola, porta a destrutturare la scuola italiana, soprattutto quella dell'infanzia e la elementare: si riducono le ore di lezione, riducendo inevitabilmente la qualità, senza interpellare gli operatori del settore, i docenti, e gli studenti. Teresa Bradiani, responsabile della Cgil scuola, si è soffermata sui danni dell'anticipo dell'ingresso a due anni e mezzo nella scuola dell'infanzia e a cinque anni e mezzo nella scuola primaria: danni molto gravi proprio per la scuola dell'infanzia che da un lato non è preparata ad accogliere bambini così piccoli, da un altro lato si vede privata di quelli più grandi che rispondono meglio ai sistemi educativi. Tutto questo andando contro quanto richiesto dalla Cgil, che proponeva invece di rendere obbligatorio l'ultimo anno della scuola d'infanzia. Ha poi sottolineato che la nuova figura del tutor è contraria all'autonomia scolastica sancita nella Costituzione e anche nel contratto della scuola che non ammette un accentramento così marcato delle funzioni di coordinamento della formazione in un solo docente.
Maria Grazia Pagano, della commissione pubblica istruzione del Senato, ha sostenuto che la riforma è non soltanto un attacco frontale alla qualità dell'insegnamento, ma anche alla stessa professionalità degli insegnanti. Al riguardo ha citato alcune cifre sui finanziamenti alla scuola pubblica nelle recenti finanziarie: meno 40 milioni di euro nel 2002, meno 44 milioni nel 2003, meno 60 milioni nel 2004. Ha poi fatto notare che la formazione professionale avverrà a livello non più statale, ma regionale, e certamente non tutte le Regioni sono all'altezza del compito. In questo quadro si presenta reale il rischio di veder persa la formazione di alta qualità degli istituti tecnici italiani, invidiati in tutto il mondo.
Ha poi affermato che, mentre in Europa la via del cambiamento è quella di offrire più istruzione generale di base, la riforma Moratti segue esattamente il principio opposto, e ciò sarà causa di gravi problemi soprattutto per chi esce dagli istituti di formazione professionale, che non potrà riconvertirsi a nuovi lavori.


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