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Resto del CArlino/Reggio E. «Supplenti senza stipendio da novembre»

La Cgil Scuola: «I fondi promessi servono solo per un po’ di arretrati»

27/03/2007
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Il Resto del Carlino

«Ci sono supplenti che lavorano da novembre senza ricevere lo stipendio. Ora arriveranno i soldi per pagare gli arretrati fino a gennaio di quest’anno, ma non risolvono il problema. Per pagare le supplenze da febbraio in poi le scuole torneranno a usare gli anticipi di cassa e si ripeterà la situazione precedente».
Dire che la scuola sia sull’orlo della bancarotta non è un’esagerazione. Roberto Busetti, sindacalista della Cgil Scuola, scatta una fotografia impietosa — ma assolutamente veritiera — della situazione assurda in cui si dibattono le scuole reggiane. Per pagare i supplenti temporanei, molti capi d’istituto hanno dovuto grattare tutti i fondi interni, quelli che, per capirci, dovrebbero servire a comprare la cancelleria e tutto il resto che serve a far funzionare la scuola. Finiti anche quei quattrini, le scuole hanno dovuto arrangiarsi: o tagliando, o chiedendo ai supplenti di lavorare sapendo che lo stipendio arriverà chissà quando. Non sono casi eccezionali, è la normalità. L’elenco delle scuole che hanno esaurito tutti i fondi è lungo. «Sono quasi tutte scuole elementari - segnala Busetti -. Hanno finito i fondi cassa la direzione didattica di Castelnovo Monti e di Correggio, gli istituti comprensivi ‘Don Borghi’ di Rivalta, di Campagnola, Castellarano, Montecchio e Villa Minozzo, il Convitto di Correggio e la scuola media di Correggio. Ora il dirigente scolastico provinciale ha garantito che saranno sbloccati dei finanziamenti, ma i soldi basteranno per pagare gli stipendi dei supplenti di queste scuole fino a gennaio. Restano però fuori altri arretrati e tutte quelle scuole che non hanno ancora finito la cassa ma che stanno ormai esaurendo i loro fondi. Il problema è che persino l’ufficio scolastico provinciale e l’ufficio regionale hanno esaurito la loro liquidità».
Nell’attesa di ricevere gli stipendi arretrati — e con la speranza di essere pagati per i prossimi mesi di lavoro — i supplenti devono tutelarsi. A loro la Cgil consegna il fac simile di una lettera da inviare ai dirigenti scolastici per la messa in mora. Non si tratta di una denuncia, ma semplicemente di un atto che garantisce ai supplenti non pagati di poter chiedere, un domani, anche gli interessi di mora dei soldi non ricevuti. Gli interessi, infatti, partono (e possono essere richiesti) solo dalla data della messa in mora.
«Abbiamo distribuito decine di queste lettere - spiega il sindacalista della Cgil Scuola -. Non sappiamo quante ne siano già state spedite. Però non è un atto contro i presidi e i dirigenti: anche loro hanno protestato per i ritardi, non è una loro colpa». Anche perché i presidi devono fare i conti pure con altre spese: ad esempio devono pagare i telegrammi e le telefonate (tutti atti obbligatori) necessari per convocare i supplenti; per non parlare delle tasse sui rifiuti nei Comuni dove le amministrazioni locali hanno smesso di sobbarcarsi questi costi.
Davide Nitrosi


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