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Resto del Carlino-Piano Moratti da rifare

Piano Moratti da rifare ROMA '#8212; Piano Bertagna tutto da rifare o quasi. Vertice di fuoco, ieri pomeriggio, al ministero dell'Istruzione tra i responsabili del settore scuola dei partiti d...

09/01/2002
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Il Resto del Carlino

Piano Moratti da rifare

ROMA '#8212; Piano Bertagna tutto da rifare o quasi. Vertice di fuoco, ieri pomeriggio, al ministero dell'Istruzione tra i responsabili del settore scuola dei partiti di maggioranza e il ministro Letizia Moratti. Della riforma fin qui ipotizzata, in sostanza, resterebbe qualcosa ma non certo l'impianto generale. Perché il lungo vertice di ieri, che ha conosciuto diversi momenti di tensione secondo indiscrezioni filtrate da viale Trastevere, ha rimesso in gioco parecchi punti del progetto.
Dall'ipotesi di riforma, infatti, salta il passaggio sulla riduzione a 25 ore di lezione settimanali, così come viene cancellata l'idea di ridurre il liceo a 4 anni dai cinque attuali. Restano, invece, i bienni a collegare elementari e medie che resterebbero, quali sono oggi, di cinque e tre anni ma scandite da questo iter di due anni con verifiche.
Su questo punto, secondo le voci, ci sarebbero stati gli scontri più duri perché gli esperti dei partiti di maggioranza avrebbero voluto cancellare anche il concetto del biennio, ma il ministro Moratti si sarebbe opposto con decisione.
A fronte di questi dissidi, invece, si sarebbe trovato facilmente l'accordo sul potenziamento di alcuni insegnamenti fondamentali quali la matematica per lo Scientifico e l'italiano per il Classico. E, ancora, rientro in grande stile dell'educazione fisica seppure denominata "educazione sportiva". Altro nodo sul tappeto la rivalutazione della scuola media che andrà riqualificata sia come contenuti sia come finalità.
Alla fine, comunque, del corposo documento messo a punto dalla commissione presieduta dal professor Giuseppe Bertagna e poi presentato agli Stati generali dell'istruzione, insomma, resterebbe poco. Granitica e concorde la visione su un unico punto: la diversificazione dei percorsi alla fine delle medie. Uno di istruzione, attraverso l'iscrizione ai licei, e l'altro di formazione in vista di un possibile sbocco immediato nel mondo del lavoro.
E resterebbe anche la possibilità per lo studente di cambiare idea e passare da un indirizzo all'altro.
Novità emersa dall'incontro, sempre secondo le indiscrezioni, quella di poter accedere alla prima elementare fin dai cinque anni. Si tratta di un'opportunità prevista in alternativa al bonus di un anno dopo tre anni di scuola materna, ma non prevede obblighi per le famiglie. Quindi soltanto una scelta delegata ai genitori se decidono di anticipare i tempi dell'istruzione dei figli. Lo scontro tra i partiti di governo e il ministro è stato duro anche perché le revisioni pretese incidono anche sul fronte risparmi. La ventilata riduzione delle ore di lezione e quella degli anni di liceo avrebbero contratto le spese. Ma restando fermi allo stato attuale, ciò che si pensava di poter racimolare in questa maniera sfugge all'incasso del ministero. E restano ad incombere i rinnovi contrattuali e gli investimenti '#8212; tra i 16.000 e i 19.000 miliardi per il prossimo biennio '#8212; promessi dal ministro.
Sul fronte docenti, poi, è passato in Finanziaria l'emendamento che prevede l'istituzione di un fondo per le spese di aggiornamento. Altri soldi, quindi, e nessuno dei tagli previsti. Infine sul tappeto c'è il contratto della dirigenza scolastica per il quale i sindacati chiedono, pena lo sciopero, la chiusura immediata.
di Silvia Mastrantonio


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