Resto del Carlino: pezzi di carta o percorsi di crescita?
La qualità di una scuola, però, si misura innanzitutto sulla capacità di far uscire dalla «palude» chi non ha nessuna voglia di farlo. E il nuovo esame di Stato va nella direzione giusta.
IL COMMENTO
PEZZI DI CARTA O PERCORSI DI CRESCITA?
GLI STUDENTI quest'anno si sono impegnati di più, hanno vissuto l'esame come una prova più difficile. Spesso i risultati non sono stati all'altezza delle aspettative; a volte, invece, qualcuno ha brillato là dove non si pensava lo potesse fare. Sicuramente tutti, studenti e insegnanti, si sono sentiti messi alla prova, valutati e misurati. Ho visto personalmente un insegnante piangere, dispiaciuto, per i risultati dei suoi studenti. Un esame con tre prove scritte e un colloquio su tutte le materie, rappresentate dagli 8 commissari (di cui 4 esterni) non è affatto semplice. Si può discutere sulle ingiustizie e sulle parzialità, sulle differenze di comportamento tenute da una commissione o da un’altra, ma su una cosa non si può avere dubbi: i ragazzi hanno vissuto l’esame come uno scoglio difficile da superare, non come un rito scontato. Qualcuno dirà che l'incremento dei tassi di insuccesso non basta a rendere il nostro sistema di istruzione sufficientemente selettivo: il 93.4% dei ragazzi che frequenta l'ultimo anno di scuola superiore ha, infatti, conseguito il diploma. In realtà, a questo dato va aggiunto quel 25% di studenti che abbandonano la scuola senza riuscire ad arrivare all'ultimo anno. Ed anche fra chi ha passato l'esame c’è una percentuale molto ampia (il 42,3%) che si colloca nella fascia di voti più bassa (tra il 60 e il 70). La grande sfida è tutta qui: riguarda il contenuto del lavoro che si fa ogni giorno e il tipo di preparazione con cui i nostri ragazzi escono dalle scuole. Non basta un «pezzo di carta», ciò che conta è il percorso di crescita umana, culturale e professionale.
Questi dati fanno capire quanto sia urgente uscire dalla palude di quel sapere generico, da quell'"infarinatura" che si infrange davanti alle prime difficoltà. I ragazzi «100 e lode» ci saranno sempre. E' importante incentivarli e valorizzarli perchè è specialmente su di essi che dobbiamo puntare per il futuro e la crescita del Paese. La qualità di una scuola, però, si misura innanzitutto sulla capacità di far uscire dalla «palude» chi non ha nessuna voglia di farlo. E il nuovo esame di Stato va nella direzione giusta.