Resto del Carlino-Non avrà segreti l'alunno del futuro
Pagella e identikit Non avrà segreti l'alunno del futuro ROMA '#8212; Una specie di carta d'identità dell'alunno. Un documento che accompagnerà lo studente dai 3 anni fino ai 18. Lo studi...
Pagella e identikit
Non avrà segreti
l'alunno del futuro
ROMA '#8212; Una specie di carta d'identità dell'alunno. Un documento che accompagnerà lo studente dai 3 anni fino ai 18. Lo studio della commissione presieduta da Giuseppe Bertagna per il riassetto del sistema dell'istruzione lo battezza come "porfolio" e dovrà contenere, si legge nella relazione che sarà discussa agli Stati generali dell'Istruzione fissati per il 19 e 20 dicembre, la scheda di valutazione e la scheda di orientamento.
Potenzialità in evidenza
Ovviamente la prima ha qualche cosa a che vedere con le attuali pagelle, pagelline e via discorrendo. Ovvero obbedisce, nella redazione, alle indicazioni fornite dal ministro Letizia Moratti (nella foto) e dagli organi che hanno competenza in materia e prevede il riconoscimento di crediti o debiti formativi. La seconda, invece, rappresenta una novità e dovrebbe essere compilata dalle scuole e "dai responsabili del processo educativo seguito dagli allievi e si stratifica lungo il percorso formativo".
Insomma, una specie di libretto sulle attitudini del singolo che ha lo scopo di offrire indicazioni di orientamento fondate "sulle reali risorse personali anche se non pienamente espresse attraverso i tradizionali apprendimenti disciplinari". Ma che cosa ci dovrebbe essere dentro questa specie di "radiografia" dell'alunno dalla più tenera età alla maggiore?
La commissione le elenca puntualmente: prove scolastiche significative ai fini della descrizione delle più spiccate capacità e competenze; osservazioni dei docenti sui metodi di apprendimento; commenti su lavori personali ed elaborati significativi; risultati di questionari attitudinali compilati dagli studenti; specificità emergenti dai rapporti tra insegnanti e genitori; indicazioni che emergono da un progetto personale di vita elaborato dallo stesso ragazzo e consegnato al docente.
Insomma, una sorta di screening profondo e sistematico allungato nel tempo che dovrà seguire il giovane lungo tutto il percorso e consentire un orientamento sicuro al momento delle scelte. Come, ad esempio, alla fine della terza media quando il progetto prevede la differenziazione tra istruzione e formazione obbligatoria.
E' una delle novità, ma non certo la sola, del progetto che attribuisce alle scuole anche compiti di management prima non immaginabili. Il riferimento è preciso e riguarda il cosiddetto pacchetto di ore (da 0 a 300) destinate al "percorso facoltativo".
E' un capitolo inserito nel quadro della definizione del "piano di studi" del singolo studente che, sia nel caso della formazione che in quello dell'istruzione, prevede tre diversi percorsi. Uno obbligatorio, uno di politiche sociali che considera il coinvolgimento delle famiglie e il terzo, appunto, facoltativo. Gli istituti sono obbligati a mettere a disposizione da 0 a 300 ore annuali di Laboratori che gli studenti consumano "se, quando, come e in quale istituto voglione in base alle loro necessità e alla negoziazione formativa stipulata con i docenti".
Servizi a pagamento
Oltre le 300 ore, però, le famiglie devono pagare il servizio nella misura stabilita dalle istituzioni scolastiche. Le novità sono: i ragazzi possono usufruire di questi servizi anche presso scuole diverse dalla loro, quindi con un'organizzazione che il documento stabilisce "di rete". In questo quadro si pongono anche i cosiddetti "corsi di recupero" finalizzati a colmare le eventuali lacune e quindi cancellare i debiti. Ma c'è anche un'altra particolarità che, per il piano, riguarda le scuole che "possono esaltare la loro imprenditorialità vendendo formazione al territorio, al mondo delle imprese, alla comunità sociale". Con ciò aprendo, quindi, a chiunque abbia interesse a pagare un certo tipo di approfondimento.
di Silvia Mastrantonio