Resto del Carlino/Nazione: Scuola, giro di vite: Fuori I
Il Governo approva il decreto legge Fioroni
di SILVIA MASTRANTONIO
— ROMA —
«LE MELE MARCE, che per fortuna sono poche, vanno licenziate senza complicazioni burocratiche». Il ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni più chiaro di così non poteva essere. L’occasione teorica era un’intervista a Famiglia Cristiana, quella pratica il Consiglio dei ministri di ieri che è servito a ratificare il «giro di vite» contro i prof fannulloni.
IL DECRETO legge varato ieri e presentato poi alla stampa dal premier Romano Prodi insieme con Fioroni prevede una «stretta» sulle sanzioni disciplinari. Il provvedimento, in particolare, prevede il riordino del sistema disciplinare e lo snellimento delle procedure per la sospensione o il licenziamento di quei professori, dirigenti scolastici o bidelli inadempienti, assenteisti o che si sono macchiati di gravi reati contro la dignità degli alunni o della scuola. «Oggi — ha spiegato Fioroni — per chiudere un provvedimento disciplinare si supera di gran lunga un anno e mezzo». In futuro non sarà così perché il decreto stabilisce che entro 120 giorni tutti i procedimenti disciplinari a carico dei docenti debbano essere conclusi. La responsabilità ultima nei confronti dei professori viene assunta in pieno dall’autorità scolastica, compresi i provvedimenti di sospensione cautelare, di trasferimento per incompatibilità ambientale e la nuova misura di destinazione ad altro compito rispetto all’insegnamento. Un provvedimento che può essere assunto dinanzi «a un grave turbamento dell’ambiente scolastico» o di rischio di «pregiudizio nel rapporto di fiducia tra scuola, famiglie e alunni» a causa del comportamento di uno o più docenti.
FIORONI ha spiegato che si è «riordinato il sistema disciplinare» con alcuni elementi di novità: non è più obbligatorio il parere del Consiglio nazionale della Pubblica istruzione e dunque degli organi collegiali. Tradotto, tutto questo significa che il preside (dirigente scolastico) non dovrà più attendere il parere del collegio docenti per sospendere un professore coinvolto in indagini per reati gravi. E sempre i presidi potranno utilizzare in compiti diversi dall’insegnamento quegli insegnanti coinvolti in casi di incompatibilità. I tempi si restringono a 60 giorni che possono arrivare a 90 nei casi più gravi. Passato questo limite l’amministrazione scolastica erogherà la sanzione, comunque entro il termine limite dei 120 giorni dall’avvio dell’iter.
MA QUALCHE ‘stretta’ c’è anche per gli studenti. Il ministro ha annunciato una modifica allo Statuto degli studenti «per cui ogni violazione del rispetto e della dignità che si deve alla persona sarà sanzionato con una sospensione anche superiore ai 15 giorni e, nei casi più gravi, con la non ammissione allo scrutinio finale o all’esame di maturità».
RESTANO le perplessità dei sindacati, la Cgil in testa che plaude agli altri provvedimenti ma prende tempo sulle norme disciplinari, e i dati rassicuranti della ragioneria dello Stato che svelano come gli insegnanti, in realtà, siano tra i meno assenteisti. La media, per chi sta in cattedra, è di 12,63 giornate di assenza contro 18,71 giornate dei dipendenti pubblici.
Ma pure l’esigenza di una stretta, per Fioroni, è prioritaria: «Dopo l’annus horribilis che abbiamo passato si ridà certezza e serenità all’operato didattico delle scuole».
SU QUESTO fronte anche l’opposizione tende una mano. Giuseppe Valditara, responsabile della scuola di An, promette pieno appoggio «se il ministro avrà veramente il coraggio di togliere di mezzo i sindacati dalle procedure per il licenziamento degli insegnanti assenteisti. Anche perché su questo punto c’è già in Senato una proposta di An».