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Resto del CArlino-Modena-"Precari, didattica frenata Bisogna assumerli tutti"

SCUOLA Viaggio tra i banchi con il preside di un grande istituto "Precari, didattica frenata Bisogna assumerli tutti" di Federica Gieri [\FIRMA]MODENA - Da circa tre anni, Gino Malaguti è...

14/09/2005
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Il Resto del Carlino

SCUOLA Viaggio tra i banchi con il preside di un grande istituto
"Precari, didattica frenata Bisogna assumerli tutti"
di Federica Gieri
[\FIRMA]MODENA - Da circa tre anni, Gino Malaguti è alla guida di un istituto tecnico industriale modenese, il "Fermo Corni", con centovent'anni di storia alle spalle. Una lunga tradizione che oggi conta 1.850 studenti e 250 professori. Prendiamolo come il preside - tipo alle prese con l'avvio delle lezioni
Come si presenta il nuovo anno scolastico?
"E' partito regolarmente e a pieno ritmo, con la maggior parte dei docenti in cattedra. Questo grazie al lavoro dell'associazione delle scuole autonome della nostra provincia che è riuscita a concludere le nomine entro il 31 agosto".
Solo supplenti, però. Quanti sono?
"Circa il 15% dell'intero organico".
E quelli immessi in ruolo all'ultimo giro?
"Sono circa una ventina".
Non giovanissimi, immaginiamo.
"In effetti io sono entrato in ruolo a 28-29 anni. Questi hanno meno di quarant'anni".
Che cosa vuol dire avere in cattedra dei precari?
"Questo non contribuisce certo alla continuità didattica. I ragazzi un anno vedono un docente, l'anno dopo un altro".
L'ideale?
"Sarebbe assumerli tutti a tempo indeterminato".
Facile comprendere anche l'incertezza di un insegnante 'paracadutato' ogni anno in un istituto diverso.
"Per questo abbiamo messo in campo un progetto di accoglienza destinato a loro. E' un vademecum in cui sono riportati i regolamenti, la modulistica e la planimetria della scuola. Altrimenti perderebbero i primi tre mesi ad orientarsi".
All'appello mancano ancora dei prof?
"Al serale 7-8, necessari per coprire spezzoni di ore di materie specifiche. Dove è più difficile trovare figure come ingegneri meccanici, elettronici e informatici".
L'organico è a posto, ma se per miracolo, le arrivasse qualche docente in più?
"Allora ne vorrei 15-20 per l'integrazione degli alunni stranieri che, al biennio, rappresentano il 10%-12%".
Il 2005-2006 per voi è partito lunedì con il primo squillo di campanella, oggi sul tavolo cosa c'è?
"Vorremmo sapere se il ministro farà partire la riforma il prossimo anno oppure no. Il 17 ottobre scade la delega data dal Parlamento. Per cui entro quella data deve essere approvato il decreto".
Questo limbo per voi cosa significa?
"Che non sappiamo ancora come impostare l'orientamento per i ragazzi di terza media. Cosa gli diciamo? Gli parliamo della nostra superiore o di quella 'riformata'? Abbiamo fretta di saperlo".
E se il decreto passa?
"Sarebbe una corsa affannosa. Se riusciamo a correre! La nostra paura è che slittino i termini. Fino al 17 ottobre uno si arrabatta, ma al 17 novembre ci si suicida".
Altre questioni irrisolte?
"Al 90% è questo il problema maggiore. Certo poi ci sono la continuità didattica, i fondi che scarseggiano".
Calano?
"No, ma non aumentano neppure. Per fortuna la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e la Camera di Commercio ci hanno permesso di rinnovare dieci laboratori. Altrimenti&".
Chiedete un contributo alla famiglie?
"Sì di 60 euro destinati al materiale di consumo nei laboratori, alle pagelle e al libretto delle assenze. E' duro far quadrare il bilancio. Anche qui un grosso aiuto ci viene dalla Provincia ('padrona di casa, ndr) che sta mettendo molto impegno sull'edilizia".


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