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Resto del Carlino-Italia, zero in cultura Sei milioni di analfabeti e un esercito di 'lucignoli'

LA DENUNCIAUn'indagine sul livello di scolarizzazione Italia, zero in cultura Sei milioni di analfabeti e un esercito di 'lucignoli' di Beatrice Bertuccioli ROMA Un Paese di ignoranti. I...

15/11/2005
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Il Resto del Carlino

LA DENUNCIAUn'indagine sul livello di scolarizzazione
Italia, zero in cultura Sei milioni di analfabeti e un esercito di 'lucignoli'
di Beatrice Bertuccioli
ROMA Un Paese di ignoranti. In Italia ci sono quasi sei milioni di analfabeti totali, cioè circa dodici italiani su cento non sanno né leggere né scrivere. Se poi agli analfabeti totali, si aggiungono anche tutti coloro che hanno soltanto la licenza elementare, titolo di studio del tutto inadeguato per tenere il passo con la società di oggi, il numero degli italiani sprovvisti di istruzione raggiunge la cifra impressionante di venti milioni. Se a questi si aggiungono anche coloro che hanno soltanto la licenza media, altro titolo di studio da 'ana-alfabeti' come vengono definiti nella ricerca l'esercito di illetterati ingrossa ulteriormente le sue file fino ad annoverare trentasei milioni di persone, vale a dire il 66 per cento dei 53 milioni di abitanti del bel paese. Dati sconfortanti che descrivono un'Italia dove l'istruzione negli ultimi dieci anni non ha fatto registrare alcun progresso, un'Italia che tra i trenta Paesi più istruiti occupa il terzultimo posto, prima soltanto stando ai dati dell'Ocse del Portogallo e del Messico. Un ritratto dell'Italia che non sa, un'Italia rimasta lontana da banchi di scuola, libri e istruzione, impietosamente descritta dall'indagine condotta dall'Unla, Unione nazionale lotta all'analfabetismo, dell'Università di Castel Sant'Angelo, ente morale riconosciuto dal 1952.
Lo studio si basa sui dati Istat relativi all'ultimo censimento, quello del 2001. La scolarità in Italia si traduce graficamente in una piramide appuntita: al vertice i laureati, un manipolo di circa quattro milioni di persone, pari al 7,5 per cento della popolazione; subito sotto, si arriva al 25,85 per cento con gli italiani che hanno conseguito un titolo di scuola secondaria superiore; ancora più sotto, con chi ha conseguito la licenza media, la percentuale si estende al 30,12 per cento e si arriva alla base della piramide con il 36,52 per cento di italiani senza alcun titolo di studio o in possesso della sola licenza elementare: venti milioni sui cinquantatrè censiti. "Il 25 per cento degli studenti con la licenza media non sa né leggere né scrivere né fare di conto. Alcuni studi il grido d'allarme lanciato dal professor Tullio De Mauro, docente di Linguistica generale all'Università La Sapienza di Roma abbassano al 19,20 questa media, ma si tratta comunque di problematiche che riguardano un quarto o un quinto degli allievi delle scuole dell'obbligo italiane". Spiega De Mauro che "il 5 per cento della popolazione non sa distinguere le lettere dell'alfabeto né i numeri arabi; un altro 33 per cento della popolazione adulta, posta di fronte a un testo breve e a una semplice addizione, è in difficoltà". Un 38 per cento di popolazione, quindi, di 'semianalfabeti'.
Se si guardano i dati regione per regione, emerge una situazione ancora più allarmante perché sono ben nove le regioni dove la popolazione senza alcun titolo di studio supera quota 8 per cento, soglia che gli studiosi considerano di allarme. E gli stessi dati descrivono un Mezzogiorno in difficoltà anche su questo versante. Le regioni con più analfabeti sono, infatti, nell'ordine: Basilicata (13,8 per cento), Calabria (13,2 per cento), Molise (12,2 per cento), Sicilia (11,3 per cento), Puglia (10,8 per cento), Abruzzo (9,8 per cento), Campania (9,3 per cento), Sardegna (9,1 per cento) e Umbria (8,4 per cento). Ma alcune di queste regioni sono anche quelle con più laureati, come la Calabria, che ha un alto numero di laureati (7,9 per cento), più della Lombardia (7,7 per cento), del Piemonte, dell'Emilia Romagna e del Veneto. Ma è il Lazio la regione con più laureati (10,8 per cento), seguita dalla Liguria (8,4 per cento). Tra le città, quelle con più laureati sono Milano e Bologna (con il 16,7 e il 16,4 per cento), seguite da Roma. Quanto poi alla presenza di 'ana-alfabeti' nei grandi comuni, quelli con oltre 250mila abitanti, in testa è Catania (8,4 per cento), seguita da Palermo (7,4 per cento), Bari (6,7 per cento), Napoli (6,2 per cento).
L'Ocse ha anche fornito i dati relativi al possesso di un titolo di istruzione superiore nella forza lavoro dai 25 ai 64 anni: su undici Paesi presi in esame, l'Italia è all'ultimo posto per addetti alla produzione di merci e servizi che sia in possesso di qualifica universitaria e oltre. Secondo Sergio Zavoli, senatore ed ex presidente della Rai, intervenuto ieri alla presentazione dello studio, occorre creare una forte sinergia tra scuola e televisione. "Nel senso non solo di informare ma di comunicare. L'informare, infatti, è far passare dati afferma mentre comunicare è far passare valori. Oggi quel che fanno scuola e tv sembra non avere tempo. Tutto si consuma in una coriandolarizzazione della realtà".


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