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Resto del Carlino: Intervista a M.Bastico

DA ASSESSORE regionale alla scuola, il tempo pieno alle elementari l’ha difeso strenuamente. Ora che è viceministro alla Pubblica istruzione, Mariangela Bastico, deve fare i conti con chi accusa il governo di volerlo azzerare.

14/04/2007
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Il Resto del Carlino

di FEDERICA GIERI
— ROMA —
DA ASSESSORE regionale alla scuola, il tempo pieno alle elementari l’ha difeso strenuamente. Ora che è viceministro alla Pubblica istruzione, Mariangela Bastico, deve fare i conti con chi accusa il governo di volerlo azzerare.
Che succede?
«Crediamo fortemente nel tempo pieno. E’ un modello che consente a tutti di apprendere meglio, rispettando ritmi e intelligenze, e riducendo l’abbandono».
Perfetto. Ma le famiglie chiedono le famose 40 ore?
«Questi obiettivi si raggiungono con le 40 ore, alcune delle quali con la presenza di due insegnanti. E non è la sommatoria di ore dello ‘spezzatino’ Moratti. E’ chiaro che si tratta di una scelta impegnativa in termini di risorse perchè raddoppia il numero di insegnanti».
Abrogherete quella parte della Moratti che lo ha disarticolato?
«Procediamo col ‘metodo del cacciavite’, smontando alcune norme per sostituirle con altre. Vogliamo reintrodurre il tempo pieno col disegno di legge ‘Norme urgenti in materia di istruzione’ che, auspichiamo, in Parlamento, trovi una corsia preferenziale».
I tempi però sono stretti. Le 40 ore vanno salvate ora.
«Rispondo con i numeri: 83 insegnanti in più per Modena, Bologna e Piacenza; 1000 insegnanti in più, a livello nazionale, per la materna e il tempo pieno».
Già deciso come distribuirete questi magnifici 1000?
«In base all’aumento dei bambini e privilegiando le zone dove, di tempo pieno, ce ne è pochissimo. Abbiamo realtà con più del 90% (Milano) e province (Napoli e Palermo)al 4%. Inoltre terremo conto della disponibilità di aule e servizi».
La Finanziaria va, però, in una direzione contraria.
«Il taglio iniziale di 19mila docenti l’abbiamo contenuto a 7000. Ridotto poi di altre 1000 unità. La Finanziaria prevede anche l’assunzione di 150mila docenti e 20mila fra ausiliari, tecnici e amministrativi. Di cui i primi 50mila da settembre. Vogliamo superare l’emergenza precariato, come scelta fondamentale di qualità didattica e come risposta alle giuste esigenze di docenti, da anni in condizioni di incertezza lavorativa».
Le scuole non hanno più un soldo. Come ripianerete il debito di quasi 60 milioni di euro?
«I tagli 2002-2006 del centrodestra ammontano a oltre 750 milioni di euro. Le grida di dolore provenienti dalle scuole in passato sono state messe a tacere. Non è facile, in tempi rapidi, recuperare un debito così ingente. Ci stiamo impegnando. Abbiamo già dato anticipi. La seconda tranche sarà a giugno. La terza a settembre e la quarta a dicembre. I fondi non azzerano il debito, ma forniranno liquidità».
C’è malumore tra i precari per la decisione della Corte costituzionale di applicare retroattivamente l’eliminazione del doppio punteggio per la montagna?
«Non abbiamo condiviso quella norma perchè crea ingiustizie. Difatti l’abbiamo abolita. In merito alla sentenza, abbiamo salvaguardato i diritti acquisiti, cioè i contratti stipulati in base alle norme vigenti».
In futuro le Aldini di Bologna e il Fermi di Modena passeranno allo Stato. A che punto siamo?
«Ci stiamo lavorando. Abbiamo concordato col Comune di Bologna e con la Provincia di Modena l’avvio di un percorso per stipulare un accordo interistituzionale».
Lei è viceministro. Come vive questa esperienza di governo? Le mancano le scuole?
«E’ vero, mi mancano. Cerco di tornarci appena posso, anche per raccogliere idee ed esperienze. A livello nazionale, ci sono straordinarie eccellenze e punti di difficoltà. Ho conosciuto scuole con una povertà di mezzi impressionante, dove i docenti lavorano con grande competenza e passione in situazioni ambientali davvero difficili».


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