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Resto del CArlino-Ferrarar-Quanta frustrante incertezza tra i prof degli istituti tecnici

LA PAROLA AI LETTORI "Il nostro destino è precario e vago" Quanta frustrante incertezza tra i prof degli istituti tecnici Caro Carlino, volevamo portare a conoscenza dei lettori, la conti...

17/02/2005
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Il Resto del Carlino

LA PAROLA AI LETTORI "Il nostro destino è precario e vago"
Quanta frustrante incertezza tra i prof degli istituti tecnici
Caro Carlino,
volevamo portare a conoscenza dei lettori, la continua e frustante incertezza e indecisione che stiamo vivendo noi Insegnanti Tecnico Pratici degli Istituti Professionali.
Da sempre nella scuola insegnano docenti non laureati che svolgono con attiva professionalità il proprio lavoro. Anche se la purtroppo è l'unico settore dove con vari escamotages si possono svolgere due attività lavorative a orario completo e percependo un doppio stipendio; sarebbe auspicabile che nel breve periodo i docenti che svolgono più attività vengano costretti al part-time.
Nel quadro della riforma dei cicli scolastici il destino degli istituti professionali risulta quanto mai precario e vago. Infatti non è chiaro se essi verranno assorbiti dalla regioni o se al loro posto (caso degli istituti alberghieri) rientreranno a far parte del liceo economico. Che cosa significa passare definitivamente alla Regioni?
Risulta invece sicuro che la riforma in atto, prevede un drastico ridimensionamento delle ore di lezione della materie pratiche (già ridotte con il progetto '92) e ricordiamoci che i ragazzi si iscrivono a questo tipo di scuola per un maggiore interesse alle materie tecnico pratiche che sono quelle altamente professionalizzanti. Appare chiaro che, diminuendone fortemente la presenza nel quadro orario delle lezioni, la scuola è destinata a perdere la sua identità e la qualità della preparazione che oggi sa offrire agli studenti.
Inoltre la riforma prevede di affidare l'insegnamento delle materie professionali a enti esterni alla scuola. Tale scelta implicherebbe la perdita irrimediabile del grande patrimonio di esperienze didattiche, maturate attraverso gli anni di insegnamento nella scuola di Stato.
Ad esempio il settore turistico, rappresenta una voce importante dell'economia nazionale, ma subisce la concorrenza di altri Paesi. Pertanto sarebbe auspicabile che lo Stato investisse nella preparazione di personale addetto e, di conseguenza nelle qualità dell'offerta turistica. Questo settore, inoltre sta da sempre mostrando una grande capacità di creare posti di lavoro soprattutto per i giovani. Per è assurdo penalizzare la loro preparazione pratico-professionale. Infine la prevista riduzione oraria delle materie pratiche avrà la conseguenza di eliminare i posti di lavoro dei docenti esperti (ad es. di indirizzo turistico e alberghiero, di metodologie operative dei servizi sociali, ecc,) e del personale non docente ad essi correlato.
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