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Resto del CArlino-Ferrara-Indignati per la riduzione di alcuni insegnamenti

CODIGORO Lettera aperta dei professori al ministro "Indignati per la riduzione di alcuni insegnamenti" Lettera aperta al ministro Letizia Moratti dal polo scolastico superiore di Codigoro....

01/05/2005
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Il Resto del Carlino

CODIGORO Lettera aperta dei professori al ministro
"Indignati per la riduzione di alcuni insegnamenti"
Lettera aperta al ministro Letizia Moratti dal polo scolastico superiore di Codigoro. Tante firme per dire alla titolare del dicastero della Pubblica Istruzione che "la riforma dei cicli scolastici da lei promossa e sostenuta nonostante le ripetute contestazioni sollevatesi dall'intero mondo della scuola, sembra volgere al termine, essendo in fase di completamento quella della scuola superiore, ma è proprio in questo momento che avvertiamo, in quanto docenti, di sottolineare come l'intero impianto non vada a beneficio né degli studenti, né degli insegnanti, la cui professionalità, ormai da tempo continua a essere sminuita, nonostante la chiarezza del dettato costituzionale, ex art. 33, in cui si recita che 'l'arte e la scienza sono libere e libero è l'insegnamento'. Siamo indignati di fronte alle inopportune e reiterate iniziative di sottrarre determinate discipline o di ridurne l'insegnamento, in modo significativo e del tutto immotivato, dalle scuole della secondaria".
Numerosi i punti passati in rassegna dai professori, tra cui l'insegnamento del diritto e dell'economia. "La riforma avrebbe dovuto avere come punto di partenza le numerose sperimentazioni in atto in tutte le scuole secondarie del paese e non dopo così tanti anni di applicazione la loro completa disattivazione: l'insegnamento del diritto e dell'economia è stato introdotto in tutte le scuole della secondaria perché si è ritenuto che non si potesse prescindere dal loro apprendimento nella formazione dei giovani. Quali allora le ragioni che ne limiterebbero il loro permanere ai soli licei economici come avveniva in un tempo ormai lontano?".
I docenti concludono il lungo testo così: "Una riforma di questa portata richiederebbe, egregio ministro, tempi lunghi di attuazione e non quello necessario a una scure che con tempestività si abbatee incurantre di chi colpisce".


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