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"Resta a piedi chi non paga", scoppia la lotta di classe per gli scuolabus italiani

Da Milano a Cosenza, escluse le fasce più deboli

04/05/2013
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la Repubblica

Corrado Zunino

A Lucca poche settimane fa l'autista di un pullman scolastico non ha fatto salire a bordo due ragazzini, di 9 e 11 anni. I genitori non avevano pagato l'ultimo mese di abbonamento. Alla redazione del Tirreno che aveva raccolto la storia è arrivata una pioggia di telefonate: chi chiamava, voleva offrire un contributo alle famiglie escluse. A Viterbo, si è scoperto a ottobre, la madre rumena di due bimbi di 4 e 6 anni tutti i giorni accompagna i figli a scuola a piedi: sei chilometri all'andata, sei al ritorno. Lei non ha la patente e i figli non hanno il certificato di residenza: "Lo scuolabus non le spetta", le hanno detto i servizi sociali del Comune.

Il caso ricorda la scelta plateale e di massa fatta un mese prima dal sindaco di Brescia, Adriano Paroli del Pdl. Scoperte morosità per 75 mila euro negli ultimi cinque anni, ha negato il trasporto pubblico a novanta bambini sinti e rom residenti nei due campi nomadi della città. Un servizio del Tg3 illustrò impietosamente la comitiva costretta a raggiungere le scuole assegnate camminando per quattro chilometri lungo la tangenziale, con il vento, la pioggia e le auto a sfiorarli.

Nel Milanese, comprensorio di Vizzolo Predabissi, il Comune aveva tolto il servizio a una ragazzina in età dell'obbligo, disabile. Non poteva pagare. Il Tar di Milano ha ordinato al municipio di provvedere al trasporto, dato che "il diritto del disabile all'istruzione si configura come un diritto fondamentale".
È la crisi delle politiche pubbliche, e ancor

di più il dissesto strutturale in cui versano i comuni italiani, a mettere in scena la nuova discriminazione. Il Comune di Lodi ha deciso che dalla prossima stagione il van per gli alunni non sarà più gratuito. Le tariffe si scopriranno in estate, ma i nuovi regolamenti prevedono che i genitori debbano dimostrare di non essere in condizioni di accompagnare i figli a scuola e chi non sarà in regola con le rette e la mensa non avrà diritto allo scuolabus.

Appalti a società esterne e costi in crescita per i comuni sulle colline di Modena, tra cui la Zocca di Vasco Rossi, e lungo l'Isonzo goriziano. Aumenti del cinque per cento a Chieti, del venti a Grosseto, del trenta a Sciolze nel Torinese. La contabilità scassata delle municipalità italiane si scarica sugli adolescenti e a Rende è stato sospeso l'autista del pulmino scolastico che aveva fatto scendere un ragazzino di dieci anni che non poteva pagare il biglietto: il padre non riceve stipendio da mesi lavorando per la Giseco, società in liquidazione che gestisce il depuratore di Cosenza.

Una battaglia sullo scuolabus è in corso in queste ore tra Cavarzere, provincia di Venezia, e Loreo, provincia di Rovigo. L'amministrazione di Loreo ha scelto di far pagare l'abbonamento mensile al trasporto scolastico solo 28 euro, il municipio avversario è rimasto a quota 45 euro e così molti genitori - per risparmiare - hanno accettato di scavallare provincia e cambiare scuola. Cavarzere, però, ha difeso la sua offerta: "I nostri mezzi sono euro 4 e con l'aria condizionata".


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