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Residui attivi: la Flc-Cgil lancia un appello

Gli esiti dei diversi monitoraggi svolti in questi anni non sono mai stati resi noti ma una stima attendibile parla di un miliardo di euro. Per far fronte alle mancate entrate le scuole hanno fatto ricorso ai contributi delle famiglie e al FIS. Il timore è che i crediti delle scuole vengano azzerati

05/12/2012
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La Tecnica della Scuola

R.P.

Torna di nuovo alla ribalta il problema dei residui attivi delle scuole: a sollevarlo in questi giorni è la Flc-Cgil che, a conclusione di un seminario nazionale sul tema “Programmare le risorse finanziarie in tempi di revisione della spesa pubblica” lancia un appello indirizzato ai ministri dell’Economia e dell’Istruzione.
I residui attivi presenti nei bilanci della stragrande maggioranza delle scuole e risalenti persino al 2006 “sono frutto - ricorda la Flc -
degli anticipi di cassa effettuati dalle Istituzioni scolastiche per far fronte al pagamento delle supplenze (non finanziate per lungo tempo dal Ministero), dei compensi degli esami di stato e revisori, della tassa ambientale, attingendo al fondo d’istituto e al contributo delle famiglie”.
“Perciò
- aggiunge la Flc -
devono essere restituiti. Con tali fondi le scuole potranno migliorare l’offerta formativa a fronte dei mancati finanziamenti da parte del Governo”.
Il fenomeno - si legge nell’appello - non è solo contabile e in termini monetari ammonta complessivamente a oltre un miliardo di euro.
“In questi anni - ricorda la Flc -
le scuole, per senso di responsabilità e per una ordinaria applicazione delle norme, hanno utilizzato sovente, dietro consiglio degli stessi Uffici ministeriali, il Fondo dell’Istituzione Scolastica (FIS) di derivazione contrattuale o i contributi delle famiglie per pagare gli stipendi dei supplenti”.
“E proprio la generosità delle famiglie
- ricorda la Flc -
ha consentito alle scuole di affrontare spese indispensabili per il loro funzionamento (materiali di pulizia, cancelleria, sicurezza, registri, funzionamento didattico, ecc)”.
Senza dimenticare che negli anni 2009 e 2010 le scuole non hanno ricevuto neanche ciò che la legge stabiliva, cioè l’ordinario finanziamento per il funzionamento amministrativo e didattico.
“Il risultato - sottolinea la Flc -
è stato che si sono bloccati i progetti e gli investimenti né è stato possibile retribuire con il FIS le attività prestate dal personale”.
Nel corso degli anni, per conoscere l’esatta dimensione del fenomeno, sono state fatte diverse rilevazioni dalle scuole su richiesta del MIUR e del MEF, “ma gli esiti e le finalità di queste indagini - ricorda la Flc - non sono state mai portate a trasparenza”.
In conclusione il sindacato di Pantaleo chiede i risultati dei diversi monitoraggi sui residui vengano resi noti e finalmente si restituiscano alle scuole in tempi brevi e certi quanto esse hanno anticipato.
L’appello è doveroso e legittimo, ma se la somma di un miliardo di euro che le scuole attendono non viene inserita da qualche parte nel bilancio del Ministero, è molto difficile che la richiesta del sindacato possa essere presa in considerazione.

 

 


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