Requisiti per i nuovi corsi di laurea
Definiti dal Miur con apposito decreto i requisiti necessari, i parametri di riferimento e le procedure per l'istituzione e l'attivazione dei nuovi corsi di laurea e di laurea magistrale. Firmato dal ministro Mussi anche un decreto relativo agli indicatori per il monitoraggio e la valutazione dei risultati della programmazione triennale delle università.
di Andrea Toscano
Definiti dal Miur con apposito decreto i requisiti necessari, i parametri di riferimento e le procedure per l'istituzione e l'attivazione dei nuovi corsi di laurea e di laurea magistrale. Firmato dal ministro Mussi anche un decreto relativo agli indicatori per il monitoraggio e la valutazione dei risultati della programmazione triennale delle università.
Il decreto Miur n. 544 del 31 ottobre 2007 definisce i requisiti necessari e qualificanti per l'istituzione e l'attivazione dei corsi universitari di laurea di primo e di secondo livello, in coerenza con le linee guida - contenute nel decreto emanato dal Ministro dell'università e della ricerca lo scorso 26 luglio e pubblicato sul supplemento ordinario n. 212 alla G.U. del 22/10/2007 (serie generale n. 246) - per l'istituzione e l'attuazione, da parte degli atenei, dei percorsi di studio in conformità alle disposizioni contenute nel D.M. n. 270/2004 e secondo quanto previsto dai due decreti del 16 marzo 2007 che hanno rinnovato l’ordinamento didattico dei corsi di laurea e di laurea magistrale.
Delle principali modifiche apportate dai provvedimenti normativi del marzo scorso (un decreto ha riguardato le classi di laurea, l’altro quelle di laurea magistrale) abbiamo già riferito, su questo sito internet, in precedenti articoli. Di grande rilievo, la definizione di un numero massimo di esami: nei corsi di laurea triennali il totale di esami o valutazioni finali di profitto non dovrà superare il numero di 20, mentre nei corsi di laurea magistrale (a parte quelli regolati da normative dell’Unione europea) il limite è 12, con il conseguente invito alle università di evitare un’eccessiva frammentazione didattica, anche predisponendo prove di esame integrate per più insegnamenti o moduli. Per i corsi a ciclo unico il numero massimo di esami viene fissato in 30 o 36 a seconda che la durata del percorso di studio sia di cinque o di sei anni.
Le successive linee guida indicate nel decreto del luglio scorso hanno rappresentato l’atto di indirizzo per avviare la riprogettazione integrale di tutti i percorsi universitari di primo e di secondo livello, che inizia dall’anno accademico 2008/2009 e dovrà essere completata entro l’a.a. 2010/2011, quando le classi di laurea e di laurea specialistica (come era precedentemente denominato il biennio della laurea magistrale) che fanno riferimento, rispettivamente, al D.M. 4 agosto 2000 e al D.M. 28 novembre 2000 verranno soppresse.
Negli allegati al suddetto decreto vengono fissati con precisione gli obiettivi formativi della laurea e della laurea magistrale ed indicate alle università le tendenze da correggere, oltre ad alcune specifiche azioni da intraprendere, soprattutto per favorire la mobilità degli studenti.
In sintesi, il Ministero dell’università si prefigge una rilevante diminuzione e riqualificazione dei corsi attualmente esistenti.
Inoltre, il ministro Fabio Mussi ha firmato il decreto n. 506 del 18 ottobre 2007 che nell’allegato definisce una serie di indicatori sulla base dei quali i miglioramenti qualitativi che ciascuna università riuscirà a determinare con proprie autonome azioni durante il triennio 2007-2009 verranno monitorati.
Presentando il suddetto decreto il Ministero dell’università rende noto che gli indicatori per la programmazione triennale delle università riguardano:
a) la qualità dei percorsi di laurea e di laurea magistrale, sia in relazione ai “requisiti qualificanti” definiti nel decreto del 31 ottobre che avvia la revisione dei percorsi formativi nelle università italiane, sia riguardo alla mobilità degli studenti da un’università ad un’altra al momento della scelta di iscriversi a un corso di laurea magistrale;
b) lo sviluppo delle attività di ricerca, in termini di risultati positivi riguardo alla valutazione dei progetti presentati, all’investimento in borse di dottorato, alle quote di bilancio investite direttamente in finanziamento della ricerca, all’acquisizione di fondi da soggetti esterni per svolgere attività di ricerca;
c) il sostegno agli studenti, verificato riguardo alle percentuali di riuscita negli studi durante il primo anno di corso, agli occupati un anno dopo la laurea, e all’offerta di apprendimento permanente;
d) l’internazionalizzazione, sia riguardo agli studenti che alle attività di ricerca e formazione;
e) le scelte sulle dinamiche del personale, rispetto alle spese complessive, e con riferimento alla priorità di investimento sui giovani ricercatori.
Per ogni ateneo verrà così individuato un indice complessivo di risultato, riguardo ai miglioramenti o peggioramenti conseguiti nel triennio, sulla base del quale verrà determinata la quota del finanziamento aggiuntivo disponibile.