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Repubblica-Voci dallo sciopero

"Ormai è la scuola della burocrazia" La maestra "Sono contro questa riforma perché se prima l'elementare era il punto forte della scuola pubblica adesso è diventata la scuola della burocrazi...

16/11/2004
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la Repubblica

"Ormai è la scuola della burocrazia"
La maestra
"Sono contro questa riforma perché se prima l'elementare era il punto forte della scuola pubblica adesso è diventata la scuola della burocrazia. Secondo la Moratti dovremmo passare il tempo a compilare schede, a fare il famoso portfolio delle competenze, non capiamo a cosa serve tutta questa compilazione, i bambini non possono essere classificati col portfolio, tanto meno ha senso discuterlo con le famiglie che hanno inevitabilmente punti di vista diversi dai nostri. È solo un dispendio di energie, tempo sottratto all'insegnamento".
"Cambiamo anche i pannolini"
Il bidello
"Sono un collaboratore scolastico, una volta ci chiamavano bidelli. ormai dobbiamo fare di tutto, io sono fortunato perché mi ritrovo in una scuola dove c'è una società che fa le pulizie, conosco anche un collega che ha una mano sola, potrei fare nome e cognome, costretto a fare le pulizie. I nostri problemi sono tanti, uno è l'assistenza ai disabili perché i comuni non mandano gli assistenti e ricade tutto su di noi. Un altra questione è "l'anticipo": ci siamo ritrovati a scuola molti bambini col pannolino da cambiare ma non è previsto dal contratto".

Leggi non chiare da applicare"
Il preside
"Spesso ci si dimentica che c'è un precariato dei presidi, che è notevole: circa il 30 per cento dei capi d'istituto è incaricato, si tratta di incarichi rinnovabili da un anno all'altro. Non vorrei dire cose compromettenti... noi presidi siamo al centro del disagio, da un lato abbiamo un ruolo istituzionale, dobbiamo far applicare le leggi, dall'altro ci scontriamo con la resistenza dei docenti. Le leggi del resto non sempre sono chiare, c'è la questione del tutor che crea grandi difficoltà. Io sono qui per difendere la scuola pubblica, così si finisce per favorire le private".

"Sogno la cattedra da 24 anni"
La precaria
"Sono precaria da 24 anni, un quarto di secolo, insegno educazione artistica. Lavoro dall'inizio dell'anno scolastico fino alla fine, poi quando l'anno termina regolarmente mi licenziano. Così non ci pagano le vacanze. Poi a settembre si ricomincia. Si riparte per un altro giro. E mi ritrovo al provveditorato con altri precari come me a vedere che fine faremo. Ora quello che ci preoccupa sono i tagli, non solo quelli della Finanziaria ma quelli della riforma Moratti. Si riduce il monte ore di molte materie. Siamo tutti a rischio".
"I professionali, istituti di serie B"
L'insegnante/2
"Lavoro in un istituto professionale da molti anni, qui ci sono i ragazzi che saranno più penalizzati, quelli che verranno abbandonati al sistema della formazione professionale, come a un destino. La riforma infatti creerà una scuola dei licei, di serie A e una della formazione professionale, di serie B, dove andranno quelli più svantaggiati, la scelta dell'indirizzo scolastico si dovrà fare molto presto e inevitabilmente si perpetueranno delle differenze sociali, di classe. Sono contro questa riforma perché nega il diritto all'istruzione e taglia le risorse".
"Meno risorse più ignoranza"
L'insegnante/1
"Questa non è più neanche la riforma Moratti, è una riforma della Finanziaria, è chiaro che riducono le risorse per favorire la privatizzazione. Loro fanno i tagli ma già adesso in prima media ci sono classi con 28 alunni, non riusciamo a seguirli tutti. La mia paura, in generale, è che rischiamo di formare dei ragazzi ignoranti, del resto è quello che si vuole, ce la farà meglio chi viene da una famiglia preparata e attrezzata. Possiamo però ancora bloccare la riforma utilizzando l'autonomia scolastica, il dissenso è l'unica arma che abbiamo".


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