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Repubblica: Vita, morte e miracoli dell´Imt superateneo di Lucca voluto da Pera

Scuola di alta specializzazione, è stata aperta l´anno scorso. Oggi i corsi sono bloccati per mancanza di fondi

17/09/2006
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la Repubblica

IL REPORTAGE
15 milioni
La sede si trova nel prestigioso convento di San Micheletto, i borsisti hanno appartamenti di gran pregio, oggi vuoti
Corsi di studio supercostosi ma anche superfinanziati dall´ex ministro Moratti, che prima di andarsene concede anche lo status
DAL NOSTRO INVIATO


ANTONELLO CAPORALE
LUCCA - L´hanno chiamata la scuola di Marcello Pera. Anzi, e infastidendo non poco, l´hanno definita "il giocattolo di Pera". Nel vasto menù delle scuole on demand, spicca la fantastica avventura dell´Imt di Lucca. Scuola di alta specializzazione che ricerca e insegna nei campi delle istituzioni, dei mercati, delle tecnologie. Livello superiore al curriculum universitario, numero ristretto di borse di studio, partecipanti da ogni angolo del globo. Tutto perfetto.
Sicuramente anche tutto molto rapido. Lucca è città di grandi mercanti, lucida nelle sue stradine, elegante, silenziosa. Certo ama i ritmi lenti. E di una università, di qualcosa che la rendesse almeno pari alle altre città toscane, se ne discuteva da tempo. Chiacchiere, però. Fino a quando… Fino a quando la questione viene avocata da Marcello Pera. Presidente del Senato, cittadino di Lucca, e solo per questo impegnato a restituirle un po´ dell´amore (e dei voti) ricevuti. In un battibaleno Lucca la tartaruga diviene lepre. La scuola apre i battenti nel 2005, figlia di un consorzio interuniversitario (Politecnico di Milano, Luiss, Sant´Anna di Pisa) e di una fondazione che raccoglie gli enti pubblici territoriali. Dopo neanche nove mesi dalla nascita la ministra Moratti, con le valigie già quasi in mano, le conferisce soldi e status. Tanti quattrini e un profilo istituzionale di centro di eccellenza. Super eccellente e super costoso, ma superfinanziato, il corso degli studi, con programmi di dottorato in Sistemi politici, tecnologia e management dei beni culturali, ingegneria dell´informatica e biorobotica.
Lepre davvero. A Pera, cioè alla scuola, la legge finanziaria 2005 devolve un milione e mezzo di euro. Un miracolo che suggestiona i lucchesi. Le università italiane vedono tagliati i loro bilanci per la ricerca di circa 80 milioni di euro. Pera non solo si salva, ma agguanta il piccolo borsino annuale, iscritto a capitolo ordinario dello Stato, un secondo fondo supplementare, definito da un accordo di programma, e lo status di centro riconosciuto e istituzionalizzato. Riconoscimento al fulmicotone, benchè la commissione ministeriale che valuta i curricula dichiari di non aver modo di apprezzare il lavoro della scuola considerata la sua brevissima vita.
E´ una soddisfazione. Di più. Il laboratorio scientifico diviene in breve anche il luogo della elaborazione dottrinale con livelli di massiccia aderenza alle tesi neo-con. A Lucca sbarca – in spirito e in corpo - la Fondazione Magna Charta, il think tank dell´ex presidente del Senato. Gaetano Quagliariello, presidente della Fondazione, diviene presidente del centro di alti studi. Si susseguono a un ritmo travolgente i dibattiti sui destini e i confini della democrazia dell´Occidente, poi atlantismo, civiltà americana, regole e saperi.
E´ una fucina di studi e di dibattiti. Quel che si dice a Lucca si ritrova on line su Magna Charta. Settantacinque dottorandi, una borsa di studio ricchissima che comprende il pagamento dei corsi di studi, i costi di soggiorno e ogni altra necessità. Già la sede della scuola nel convento di San Micheletto, perla architettonica nella cinta lucchese, riferisce il riguardo e l´altà dignità scientifica e istituzionale dell´Imt. I borsisti vengono dirottati in appartamenti di gran pregio. Troppo belli. Tanto belli e costosi da dar fuoco a polemiche cittadine che avviliscono l´ex presidente del Senato. La moglie del candidato a presidente della provincia, amico di Pera, titolare di vaste proprietà immobiliari mette a disposizione stanze e arredi per i dottorati. L´accordo si trova in un attimo. La signora riceve, cash, la giusta ricompensa. Tutta la città mormora, proprio quando la stella lucente di Pera tende a farsi più tenue e poi a eclissarsi. Cambia il governo, e Mussi, il ministro dell´Università, inizia a sbuffare. Anche la città si irrigidisce, comune e provincia reclamano, con ricorso al Tar, una loro più compiuta presenza nel governo della scuola. Per intanto sospendono ogni tipo di pagamento. A Lucca è guerra, da Roma arrivano soltanto sospetti. Il sottosegretario Modica, già rettore di Pisa, nega validità all´accordo di programma firmato da Moratti: «I quindici milioni di euro per l´Imt non ci sono. Non sono mai stati stanziati dal governo Berlusconi. Sono solo una promessa avventata (e senza copertura finanziaria) dell´ex ministro dell´Istruzione». Mussi, più acido: «L´Imt deve avere un nuovo statuto perché così non va bene».
Si apre una guerra agostana e Gaetano Quagliariello, firma da neosenatore (eletto in Toscana) una urgente interpellanza sul futuro della scuola di cui è, guarda un po´, presidente. Chiede di sapere «se anche il ministro, come il suo sottosegretario, ritiene che il valore giuridico di un accordo di programma possa essere degradato a mera promessa, annullabile attraverso dichiarazioni alla stampa».
Si fa buio a Lucca. La lepre diviene tartaruga. Pera, stordito ma sempre volitivo, prende penna e riepiloga la storia. «La racconto adesso perché essendo vicini all´epilogo, ritengo che i lucchesi debbano sapere chi ha fatto cosa e perché, e chi minaccia di fare altre cose e perché».
Epilogo? Un po´ sì. Senza soldi i corsi si bloccano, professori e dottorandi a spasso, appartamenti vuoti. I fuochi d´artificio sono già finiti? La città è incredula, Marcello Pera è già sulla croce.


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