Repubblica-UNIVERSITÀ Paralizzate dai conti in rosso
UNIVERSITÀ Lo Stato non copre i buchi di bilancio, tagli a ricerca e personale Paralizzate dai conti in rosso Dal Tesoro in arrivo 438 milioni di euro ma le spese globali...
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Lo Stato non copre i buchi di bilancio, tagli a ricerca e personale
Paralizzate dai conti in rosso
Dal Tesoro in arrivo 438 milioni di euro ma le spese globali sono in aumento
Il record della Sapienza: mancano 60 milioni di euro I rettori: si va al collasso
MARIO REGGIO
ROMA - Incremento del Fondo di finanziamento ordinario degli atenei di 438 milioni di euro, e sblocco delle assunzioni dei 1.200 docenti che avevano vinto i concorsi e aspettavano da tre anni. I rettori delle 72 università statali e delle 5 private che ricevono i fondi dal Tesoro non hanno nascosto la loro "soddisfazione" dopo l'annuncio di Palazzo Chigi. Sorvoliamo sul fatto che i soldi in più, circa il 7 e mezzo per cento rispetto al 2003, sono stati racimolati tagliando i fondi alla scuola e alla ricerca, ma basteranno a risolvere i disavanzi dei bilanci degli atenei? "Riteniamo che la scelta compiuta, se sancita dal voto parlamentare, determini uno scenario di riferimento meno precario - è il commento di Piero Tosi, presidente della Conferenza dei Rettori - ma ci riserviamo di definire le ulteriori iniziative da assumere, anche in relazione all'iter parlamentare della Finanziaria, considerate le persistenti, forti distanze dalle medie europee del finanziamento ai sistemi universitari e gli aggravi che derivano dagli automatismi degli aumenti di stipendio decisi dallo Stato". Insomma, cauta soddisfazione, ma i problemi endemici vengono solo rinviati di qualche mese. Senza dimenticare che l'incremento del Fondo ordinario era stato concordato con il ministro Letizia Moratti per 620 milioni di euro, mentre in Finanziaria ne vanno 438. E rimane aperta la partita del piano quinquennale di rilancio del sistema universitario: per adeguare le risorse alla media dei Paesi europei la Conferenza dei Rettori ha chiesto un investimento, in cinque anni, di 10 miliardi di euro. Ma fino ad ora, al di là di "belle parole" sull'inestimabile patrimonio costituito dalle università e dalla ricerca scientifica, il governo non è andato.
Che l'aumento del Fondo ordinario, strappato dal ministro Moratti dopo aver minacciato le dimissioni, sia una misura tampone, lo dimostrano poche cifre. La Sapienza di Roma, ad esempio, registra un buco di bilancio di 60 milioni di euro, e non molto meglio se la passa la Federico II di Napoli, mentre l'ateneo di Firenze lo scorso anno ha dovuto vendere una parte del patrimonio immobiliare. Ed anche la "virtuosa" Siena riesce a tirare avanti grazie ai contributi non statali che lo scorso anno hanno coperto il 40 per cento delle spese, soldi che arrivano in gran parte dal Monte dei Paschi di Siena e dalla Fondazione bancaria. Tra i problemi, non ultimo, quello che riguarda gli aumenti di stipendio dei docenti universitari. Come per i magistrati vengono stabiliti anno per anno in base al tasso d'inflazione fissato dall'Istat, con l'aggiunta di alcuni parametri correttivi. Ad esempio nel 2003 ha sfiorato il 4 per cento. Ma i Consigli d'amministrazione di numerosi atenei hanno deciso di congelare gli aumenti per non aggravare i già pesanti passivi di bilancio.