Repubblica-Università, Italia senza appeal gli stranieri disertano gli atenei
Secondo l'Ufficio centrale studenti esteri il nostro paese in coda alla classifica delle iscrizioni Università, Italia senza appeal gli stranieri disertano gli atenei Poco pi...
Secondo l'Ufficio centrale studenti esteri il nostro paese in coda alla classifica delle iscrizioni
Università, Italia senza appeal gli stranieri disertano gli atenei
Poco più di 31mila gli iscritti nelle nostre facoltà. Solo l'1,8 % rispetto al 5% della Ue
MARIO REGGIO
ROMA - Poco più di 31 mila studenti stranieri iscritti nelle università italiane. Un misero 1,8 per cento sul totale se confrontato con gli altri Paesi della Unione Europea, che superano tutti il 5 per cento. Ma non solo. L'Italia è in coda anche nella classifica che riguarda gli studenti approdati nel nostro Paese da quelli in via di sviluppo. Un' inversione di tendenza rispetto agli anni '80, quando lo Stato italiano concedeva 5mila borse di studio l'anno nell'ambito degli accordi della Cooperazione, mentre oggi sono ridotte ad alcune centinaia e destinate quasi tutte ai corsi di specializzazione.
L'indagine, curata dall'Ufficio centrale studenti esteri in Italia in collaborazione con un gruppo di ricercatori dell'Istat e del ministero dell'Istruzione e Università, verrà presentata oggi a Roma.
La ricerca, oltre a confermare la scarsa capacità di attrazione del sistema universitario italiano, evidenzia anche un altro dato. Sebbene la mobilità in uscita dal nostro Paese sia andata crescendo nel tempo, sono ancora pochi i giovani italiani che scelgono o possono trasferirsi all'estero. Solo il 2,3 per cento ogni 100 studenti universitari italiani, che hanno toccato quest'anno quota 1 milione 750 mila.
Perché? Gran parte delle difficoltà derivano dagli scarsi incentivi messi a disposizione dal nostro sistema universitario, soprattutto se confrontati con le larghe facilitazioni di cui godono i giovani nord-europei, ma anche francesi e tedeschi.
Torniamo in Italia. Nell'anno accademico 2003-2004 hanno lasciato le università italiane, dopo aver ottenuto il diploma, la laurea o il dottorato di ricerca, quasi 3 mila giovani stranieri. E negli ultimi dieci anni il numero delle iscrizioni è salito lentamente ma con costanza: erano 14,5 su mille nel '93, sono diventate 18 nel 2003. E nel 2002 le matricole sono state quasi 8 mila con un aumento del 28 per cento rispetto al '99.
Uno dei motivi dell'incremento delle iscrizioni è certamente la riforma Berlinguer, vale a dire la laurea triennale e il biennio per quella specialistica, che ha diversificato ed accresciuto l'offerta formativa. Sempre nell'ultimo decennio si è modificata la mappa dei Paesi di provenienza, con una decisa crescita dei giovani arrivati da quelli dell'Est europeo ed un calo degli studenti dai Paesi asiatici, con la sola eccezione degli indiani. A studiare in Italia sono, per i tre quarti del totale, giovani che vengono da Paesi europei. Tra questi, in testa alla classifica, i greci, seguiti ma a molta distanza dai tedeschi. Comunque, malgrado il potenziamento degli scambi tra le nazioni dell'Unione Europea, sono i giovani che provengono da Paesi extra-Ue a scegliere gli atenei italiani: il 40 per cento contro il 32. Quali sono le sedi universitarie più attraenti? Su tutte Bologna con 3 mila e 300 iscritti, seguita dalla Sapienza a quota 3 mila e 200, e poi Padova e Firenze che superano i mille e seicento stranieri.
E le facoltà più appetite? Stravince Medicina e Chirurgia, con 52 giovani stranieri ogni mille, seguita da Farmacia. Scarse le iscrizioni a Scienze della Formazione e Sociologia, Giurisprudenza, Ingegneria e Psicologia. E come se la cavano negli studi? Le maggiori difficoltà nei confronti degli studenti italiani si registrano nei corsi di laurea in Architettura, Scienze Matematiche e Fisiche, Giurisprudenza e Ingegneria. Il tasso di successo cresce per gli iscritti a Medicina, Economia, Lingue e letterature straniere, Lettere e Filosofia.
Degli oltre 2 mila laureati nel 2002, solo il 43 per cento ha conseguito la laurea prima dei 28 anni, mentre per gli studenti italiani la quota è del 60 per cento. Ma l'età media si abbasserà di sicuro leggendo i dati del 2004, quando verranno consegnate le prime lauree triennali.