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Repubblica-Università-Decollano i corsi brevi, donne sempre più numerose

risultati della sesta ricerca di AlmaLaurea su 100mila studenti che hanno concluso l'iter in 27 atenei L'indagine Decollano i corsi brevi, donne sempre più numerose Raddoppia l'esercito dei lau...

24/06/2004
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la Repubblica

risultati della sesta ricerca di AlmaLaurea su 100mila studenti che hanno concluso l'iter in 27 atenei
L'indagine
Decollano i corsi brevi, donne sempre più numerose
Raddoppia l'esercito dei laureati ma "dottori" si diventa in 3 anni

Tra le facoltà più gettonate quelle con specializzazioni infermieristiche, ostetriche e di gestione aziendale
Scarsa la propensione agli studi all'estero, i fuori corso restano una delle piaghe del sistema italiano

ROMA - Raddoppia il numero dei laureati. Migliorano le performance degli studenti. Cresce la frequenza alle lezioni, aumentano le esperienze di stage e tirocinio, diminuiscono i delusi dell'esperienza universitaria.
Novità positive anche per la prima infornata delle lauree triennali. In aumento il numero degli studenti che finiscono il corso entro il periodo previsto. Ma non mancano i punti critici: diminuisce la propensione agli studi all'estero e viene confermata la volontà, per i due terzi della popolazione analizzata, di proseguire gli studi dopo la laurea breve, con un sistema che non sembra in grado di avviare in maniera diffusa i bienni della "specialistica".
Questi, in sintesi, i risultati della sesta indagine di AlmaLaurea sul profilo dei laureati tra il gennaio e il dicembre del 2003. L'indagine ha preso in esame centomila studenti, in 27 atenei, che hanno concluso il corso di laurea: 72 mila che hanno seguito il vecchio ordinamento, quasi 20 mila triennali, poco più di mille e 700 lauree specialistiche a ciclo unico e 500 di durata biennale.
La novità assoluta dell'indagine è relativa ai primi studenti che hanno ottenuto la laurea triennale. Fino al dicembre del 2003 hanno terminato il corso in regola poco più del 31 per cento degli iscritti. Ma il dato potrebbe trarre in inganno. Le prime iscrizioni, infatti, sono state nell'anno accademico 2001-2002, quindi la gran parte dei "pionieri" ha ancora a disposizione la sessione estiva e quella invernale per laurearsi. Quelli che hanno già preso il titolo sono gli studenti che hanno ottenuto il passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento, con il riconoscimento degli esami già fatti, e quindi con un percorso abbreviato. A questi si aggiungono gli iscritti a quegli atenei, pochi a dire il vero, che hanno anticipato la riforma Berlinguer. Se il trend venisse confermato la riforma centrerebbe uno degli obiettivi centrali: la riduzione drastica dei "fuori corso", uno dei mali peggiori e radicati del sistema universitario italiano, che lo ha sempre distinto dagli altri Paesi avanzati.
Quali sono la lauree triennali più gettonate? In testa quelle del gruppo medico, con i corsi infermieristici e ostetrici, quelli dedicati alla riabilitazione sanitaria. Seguono scienze dell'economia e della gestione aziendale, ingegneria dell'informazione, ingegneria industriale, ingegneria civile e dell'ambiente. E per finire scienze della comunicazione e scienze di servizio sociale. Come appare evidente si tratta di corsi di studi che privilegiano in gran parte nuove professioni o attività tecniche e specifiche. E si nota anche un mutamento della composizione sociale rispetto ai laureati con il vecchio ordinamento. È più elevata la presenza di laureati con entrambi i genitori con lo stesso titolo, cresce quella dei laureati provenienti da famiglie borghesi, ma anche i giovani cresciuti in nuclei familiari della classe operaia.
AlmaLaurea conferma il trend che vede l'universo femminile sempre più numeroso, quasi il 60 per cento dei laureati, con voti più alti dei maschi, ma concentrato negli indirizzi pedagogici, linguistici e dell'insegnamento. Facoltà più soft che spingono le donne laureate ad accettare più lavori part time, contratti di formazione lavoro e lavoro interinale.
Poco incoraggianti i risultati dei laureati con il vecchio ordinamento. Ma sono dati già noti. I fuori corso restano una delle piaghe del nostro sistema universitario: il 47 per cento di chi studia mentre svolge un lavoro si laurea con almeno cinque anni di ritardo. I voti negli esami e quelli di laurea diminuiscono lentamente ma la tendenza è ormai consolidata. Nei sei anni presi in esame dall'inchiesta, il punteggio di 26,4 su 30 nel ?98 è sceso a 26,2. Il voto finale passa da 103,2 su 110 a 102,5. Solo poco più di 10 mila laureati su 74 mila hanno terminato il corso di laurea nel termine previsto.
La maturità scientifica resta il diploma di scuola superiore più diffuso tra i laureati, seguito dalla maturità tecnica e quella classica. La liberalizzazione degli accessi dal 1969 ha consentito l'iscrizione a tutte le facoltà con qualsiasi diploma, ma alla conclusione dei corsi di laurea dominano i titoli di licenza superiore che prima della riforma permettevano l'accesso a tutte le facoltà.
Ma come hanno vissuto l'esperienza universitaria i laureati negli ultimi sei anni? La percentuale di quelli che si dicono soddisfatti sale dall'80 all'83,4 per cento. Solo il 3 per cento non si iscriverebbe più e l'11 cambierebbe il corso di laurea.
(ma.re.)


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