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Repubblica-UNA SCUOLA NEL SEGNO DI INTERNET

UNA SCUOLA NEL SEGNO DI INTERNET Ma l'estate è alle spalle e l'anno scolastico sta inizian...

18/09/2003
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la Repubblica

UNA SCUOLA NEL SEGNO DI INTERNET


Ma l'estate è alle spalle e l'anno scolastico sta iniziando con i soliti problemi. Ma anche con le nuove prospettive della scuola italiana. Una lettura consolatoria per iniziare bene il nuovo anno è sicuramente il libro di Umberto Fiori dall'accattivante titolo "Tutto bene professore?" (Baldini ' Castoldi). In centoventi pagine racconta i disagi di un insegnante alle prese con tutti i problemi che la nostra scuola propone. Ho tentato di fare un esercizio semplice e ho teletrasportato i suoi racconti nella nostra Trinacria.
Ho ripensato ai racconti dei miei amici docenti di scuole superiori, pubbliche e private, ho risentito nelle orecchie le lamentele delle insegnanti, ma ho anche tentato di vedere il bicchiere mezzo pieno. Di colpo mi sono venuti in mente i progetti elaborati dalle scuole palermitane sulla cultura della legalità, l'impegno di qualche dirigente scolastico sulle tematiche dell'uso delle nuove tecnologie.
In un passo del libro di Fiori, nel capitolo "Aule e siti", lo scrittore narra della scuola dove lavora: "È moderna, pronta per affrontare il terzo millennio. Non ci sono scale antincendio, l'impianto elettrico, fuori norma, è a rischio, manca un ascensore per chi ha difficoltà di movimento, le barriere architettoniche sono tutte lì, al loro posto, le finestre non chiudono e hanno i vetri rotti, la biblioteca fa pena, la palestra è troppo piccola e male attrezzata, quando piove due tre classi vanno in gondola; però abbiamo una bellissima aula Internet nuova di zecca". Andando avanti nel suo racconto Fiori spiega del privilegio dell'ex docente di dattilografia oggi ribattezzata "trattamento testi" che è l'unica ad avere sempre l'aula a disposizione.
Ho ripensato alle battute che ho sentito al mare pronunciate da insegnanti di scuola elementare. "Quest'anno ci dicono di fare l'informatica '#8211; dice una '#8211; ma cosa ci capiamo". E l'altra risponde: "Beh, a me qualcosa mi ha spiegato quello che ci ha venduto i computer...". E ho ricollegato questi esempi di sana improvvisazione con il racconto di uno psicologo romano che ha provato a far fare ai ragazzi un componimento sulla pace che iniziava a Roma, proseguiva a Tel Aviv, passava da Gerusalemme e si concludeva a Londra. Ragazzi di paesi diversi che lavoravano a un progetto. Non un sogno ma realtà che si possono vivere grazie a un uso intelligente delle nuove tecnologie.
Leggendo Fiori verrebbe voglia di verificare se le condizioni delle nostre scuole sono diverse da quelle della scuola dove lui insegna. Qualche dubbio rimane che le nostre aule non sono attrezzatissime e che le strutture sono spesso fatiscenti. Ma non abbiamo nessuna certezza. Rimane però di contro, e questa ormai è opinione comune, che anche dove esistono le nuove tecnologie spesso i docenti non sanno lavorare sui contenuti e sui linguaggi perché vengono superati dagli stessi studenti.
francesco pira


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