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Repubblica: "Troppi stranieri in classe, iscriveteli altrove"

Gli alunni extracomunitari stavano per diventare la maggioranza: saranno dirottati in altri istituti. "Rischiavamo di trasformarci in un ghetto"

21/01/2007
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la Repubblica

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Milano, genitori italiani in fuga da una scuola dei Navigli. Il preside corre ai ripari

Regolamento modificato per distribuire in modo omogeneo i bambini nel quartiere. Il provveditore: "Scelta in linea con le direttive del ministero"
TERESA MONESTIROLI

MILANO - I bambini stranieri sono troppi, la scuola decide di distribuire le iscrizioni anche in altri istituti. Così da avere classi più omogenee nelle tre elementari del quartiere. Succede a Milano. E non in periferia - dove la concentrazione degli stranieri alle elementari spesso supera il 30 per cento, contro una media cittadina del 12 - ma in zona Navigli, a un paio di chilometri dal Duomo. Qui, in via Brunacci, c´è una scuola elementare dove i figli di immigrati sono il 40 per cento degli iscritti totali. In alcune classi addirittura gli stranieri superano di numero gli italiani. Un fatto di per sé non tanto insolito in una città dove gli studenti non italiani hanno superato quota centomila (sono 103.825) e dove in molte scuole almeno un bambino su tre proviene da un paese lontano, ma che preoccupa le famiglie della zona dal momento che a pochi metri di distanza, nelle altre due scuole dello stesso istituto comprensivo Thouar Gonzaga, la situazione è completamente ribaltata. Qui gli italiani sono più dell´80 per cento. E gli stranieri per classe si contano sulle dita di una mano.
E così qualche anno fa è iniziato l´esodo. Una migrazione continua che la preside non riesce più a fermare. E che rischia di trasformare la scuola di via Brunacci in un «ghetto per stranieri». Per questo il consiglio di istituto ha deliberato un nuovo regolamento: in via sperimentale, a partire da quest´anno, gli alunni di prima verranno distribuiti in maniera più equilibrata fra le tre scuole elementari, indipendentemente dal loro bacino d´utenza. A partire dagli stranieri, che verranno inseriti anche in via Gentilino e via Vigevano (le due sedi con meno immigrati), anche se dovranno fare qualche metro di strada in più per raggiungere la scuola. Una decisione in linea con l´avvertimento del ministro dell´Istruzione Giuseppe Fiorani che, un mese fa, disse: «Quello delle scuole ghetto, di serie B, dove gli italiani non vogliono andare è un problema serio. Abbiamo chiesto ai direttori di vigilare affinché gli studenti vengano ben distribuiti».
Un problema che a Milano, e in molte altre città d´Italia, dovranno porsi in tanti. Soprattutto al Nord, dove il fenomeno dei flussi migratori sta investendo tutte le scuole. «La questione va affrontata insieme ai dirigenti scolastici per trovare criteri comuni di intervento - commenta Anna Maria Dominici, direttore scolastico della Lombardia - Bisogna individuare strade di intervento che non discrimino nessuno, lavorando per reti di scuole. L´iniziativa della Thouar Gonzaga mi sembra molto positiva: dove è possibile, perché le sedi non sono distanti fra loro, indirizzare la scelta delle famiglie può essere una soluzione».
Sulla strada del dialogo si sta muovendo il provveditorato di Milano che a dicembre ha dato il via a un tavolo con i dirigenti delle scuole maggiormente coinvolte nel problema. «La situazione va studiata attentamente per trovare una linea comune - continua il provveditore Antonio Zenga - Le indicazioni del ministero sono chiare: da quest´anno i collegi docenti dovranno fare attenzione a non formare classi in cui il numero dei stranieri superi quello di italiani. Quindi stabilire criteri di ridistribuzione dove è possibile è già un passo avanti».
Ma la scuola Thouar Gonzaga ha deciso di fare di più. «La questione è delicata e va trattata con molta attenzione - spiega Arcangela Mastromarco, maestra elementare da 16 anni distaccata sul progetto di integrazione per gli stranieri - Per questo abbiamo organizzato per martedì una tavola rotonda a scuola con una serie di esperti in materia che risponderanno a tutte le legittime domande delle famiglie che in questi giorni stanno iscrivendo i loro figli nelle nostre scuole. Sarò un momento di riflessione e di confronto anche per capire quello che si sta facendo nelle altre scuole della città».


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