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Repubblica-Tempi duri per la riforma Moratti

Gli Enti locali contestano: non ci sono soldi per gli ingressi anticipati alle elementari Comuni, no alla Moratti ...

19/03/2002
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la Repubblica


Gli Enti locali contestano: non ci sono soldi
per gli ingressi anticipati alle elementari

Comuni, no alla Moratti
"Riforma inapplicabile"
https://www.repubblica.it/online/scuola_universita/comuni/comuni/comuni.html

di MARIO REGGIO
ROMA - Tempi duri per la riforma Moratti, che oggi tornerà in Consiglio dei
Ministri per il varo definitivo. Il ministro ha incassato il secco no delle
sei regioni del centro-sinistra e della provincia autonoma di Bolzano.
Critica anche la posizione dell'Associazione nazionale dei Comuni italiani,
che però hanno ottenuto sostanziali modifiche sull'anticipo dell'ingresso
alle materne e alle elementari. Potranno infatti autorizzare le iscrizioni
anticipate solo quei Comuni in grado di sostenere le nuove spese senza
mettere in pericolo la stabilità del bilancio. Ne consegue che per
quest'anno solo alcuni piccoli municipi saranno in grado riaprire le
iscrizioni. Per i 70 mila bambini in attesa se ne riparlerà, forse, il
prossimo anno.

Il tormentato cammino della riforma Moratti è solo all'inizio e la strada
sembra ancora tutta in salita. Le Regioni dissidenti criticano senza mezzi
termini l'esclusione di fatto dei governi locali dall'elaborazione dei
decreti attuativi della riforma, in barba ai principi del federalismo,
contestano il mancato stanziamento di fondi per finanziare la riforma che in
parte finirà proprio sulle spalle delle Regioni. "Critiche che erano
condivise anche dalle amministrazioni regionali del centro-destra - afferma
Adriana Buffardi, assessore alla scuola della Campania - che poi hanno fatto
marcia indietro".

Ma i punti di dissenso con il Governo non si fermano qui. Sotto tiro la
diminuzione dell'obbligo scolastico da 9 ad otto anni, l'assenza di
riferimenti all'Educazione degli adulti, la mancata continuità tra i cicli
di base, la scelta tra licei e formazione professionale a 13 anni. Punti sui
quali concordano anche i Comuni. "Si è aperto un problema politico - afferma
Adriana Buffardi - anche nelle Regioni amministrate dal centro-destra e in
tutti i Comuni c'è un senso comune diffuso di critica alle scelte del
Governo in materia di scuola. E l'Esecutivo non può non tenerne conto. Messa
in questi termini una riforma rischia di produrre molti danni".

In questo bailamme i Comuni sono riusciti a portare a casa l'impegno del
ministro Moratti a mantenere il tempo pieno e gli istituti comprensivi, un
terzo delle scuole elementari e medie che già sperimentano l'integrazione
dei percorsi formativi. L'Anci esprime la contrarietà "agli ingressi precoci
nella scuola dell'infanzia e alle elementari, per la mescolanza di bambini
con età diversa fino a 20 mesi, la mancanza di preparazione degli
insegnanti, la disarticolazione della scuola dell'infanzia, fiore
all'occhiello della nostra scuola".

E mentre si prepara la mobilitazione di professori e studenti per la
manifestazione nazionale del 23 marzo, i confederali hanno fatto sapere al
ministro: rinnovo immediato del contratto oppure sciopero. Anche la riforma
degli organi collegiali, passata in Commissione Cultura alla Camera, dopo le
prime schermaglie in aula è stata rinviata. Se ne riparlerà, forse, ad
aprile.


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