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Repubblica-Stop al treno della memoria "Non è una gita scolastica"

NEL 2006 Stop al treno della memoria "Non è una gita scolastica" MARIA CRISTINA CARRATU' ...

27/09/2005
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la Repubblica

NEL 2006
Stop al treno della memoria "Non è una gita scolastica"
MARIA CRISTINA CARRATU'


IL PROSSIMO Treno della memoria, appuntamento che da quattro anni (e quello del 2006 sarebbe stato il quinto), in occasione della Giornata della Memoria, porta migliaia dai ragazzi di tutte le scuole in visita ai campi di sterminio nazista, non si farà. Non perché l'idea non funzioni, semmai al contrario: perché funziona troppo (3 mila studenti coinvolti, ad oggi). E perché, in un certo senso, l'iniziativa è sfuggita di mano. Troppi ragazzi, e va bene, troppe richieste di insegnanti e scuole di tutte la Toscana, e va più che bene. Solo che per guardare in faccia l'orrore, il Male assoluto che si è manifestato nella Storia, e insieme affrontare il difficile tema del raccordo fra memoria del passato, presente da vivere, e futuro da costruire, c'è bisogno di un bell'allenamento. Culturale, psicologico, umano. Perché il viaggio della Memoria non si trasformi in una immensa gita scolastica, e si capisca da soli che non è il caso di lamentarsi (come è successo) della durezza del viaggio e del freddo della Polonia, o di entrare ad Auschwitz (come pure è accaduto) con walkman e lattina di Coca in mano. E' dunque per costruire meglio questo indispensabile bagaglio, che la Regione ha appena deciso che il Treno della memoria partirà, d'ora in poi, soltanto ogni due anni. Il prossimo, dunque, sarà nel 2007. E nel frattempo, a parte l'ingente spesa che continuerà ad essere destinata all'organizzazione (nel 2005, circa 350 mila euro), altri 120 mila euro sono stati investiti su una ricca serie di iniziative da tenersi durante "l'anno di preparazione e riflessione". Fra cui, fondamentale novità, un percorso formativo rivolto agli insegnati, snodo cruciale dell'educazione alla Shoah. Invece che al solito corso preparatorio in poche lezioni, gli insegnanti saranno invitati a visitare i luoghi della memoria sia toscani che italiani, prima full immersion nel clima delle deportazioni, e quindi a usufruire di un più corposo sostegno formativo, con materiale didattico, documenti, seminari con esperti. La speranza è che la riqualificazione di questa sorta di "filtro" educativo, produca nei ragazzi una maggiore consapevolezza di ciò che andranno a vedere. "I partecipanti ai Treni sono cresciuti in modo esponenziale" ricorda Ugo Caffaz, infaticabile organizzatore di tutti i viaggi. "Segno che è ormai una tradizione consolidata. Però, se si vuole continuare a coinvolgere tante persone, bisogna puntare di più sulla qualità. E nelle scuole, lo abbiamo constatato, non sempre sensibilità e formazione sono tali da garantire un'adeguata preparazione". Moltissime le iniziative che riempiranno l'anno prima del viaggio: film e libri fotografici, eventi con testimonianze di sopravvissuti, documentari, mostre, convegni e seminari, senza escludere musica e spettacoli.


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