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Repubblica: Stop ai computer in aula, distraggono gli studenti

È polemica sulla decisione di alcune importanti università americane di tornare a carta e penna nei corsi

10/03/2010
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la Repubblica

Tentazione Internet: troppi ragazzi invece di seguire i docenti chattano, si collegano a Facebook e Youtube

Per alcuni docenti il pc scoraggia le discussioni. Ma c´è chi lo considera indispensabile
PAOLA COPPOLA

I portatili restano spenti, chiusi negli zaini. Gli appunti si prendono su foglio bianco con la vecchia e collaudata biro. Vanno controcorrente alcuni docenti americani che hanno decretato la messa al bando dei computer durante le ore di lezione. Era solo «una seccatura attraente» ha spiegato senza nostalgia David Cole, che insegna Legge alla Georgetown University, nello stato di Washington, ed è stato tra i primi a vietare l´uso dei laptop agli studenti nell´anno accademico 2006-2007. Un esperimento, il suo, poi seguito da docenti di altre università, che hanno imposto la stessa misura alla George Washington University, all´American University, alla University of Virginia, per citare alcuni esempi. Una decisione radicale motivata dal "Web delle distrazioni", come racconta il Washington Post. In classe gli studenti rispondevano alla posta elettronica, chattavano, andavano su Facebook, guardavano risultati sportivi o video su YouTube e giocavano online. Facevano tutto tranne che seguire i corsi.
Le tentazioni del Web sono tante, si sa, ma il divieto fa discutere perché stravolge quanto era stato deciso solo una generazione fa, quando il mondo accademico americano aveva accolto i laptop come una delle innovazioni più interessanti da avere in classe, dopo la penna. Dopo un decennio di uso, si è così snaturata da essere bollata come strumento di distrazione? La questione non mette d´accordo tutti. Il computer è stato introdotto all´inizio degli anni ´80 nei campus ed è diventato obbligatorio quasi ovunque perché considerato strumento essenziale per la didattica e l´apprendimento. Oggi alcuni lo vietano solo nelle sale di lettura ma sono sempre di più quei docenti che non lo vogliono in classe perché lo accusano di scoraggiare le discussioni e di aver reso gli studenti degli "stenografi incoscienti" o di distrarre non soltanto chi lo usa per navigare e non per prendere appunti ma anche i compagni di banco. Il professor Cole vanta a suo favore un sondaggio condotto in forma anonima dopo sei settimane dalla messa al bando del pc: quasi la totalità degli studenti ammetteva di essere stato più coinvolto nelle discussioni in classe, il 95% di "aver usato in passato il computer per scopi diversi dal prendere appunti". E se all´inizio questa misura ha incontrato l´ostilità degli studenti (nel 2006, ad esempio, quelli della University of Menphis si rivolsero all´American Bar Association), ora anche loro fanno meno resistenze.
In Italia gli atenei vanno verso una connessione sempre più capillare e un uso più diffuso del pc per la didattica. La maggior parte delle università ha infrastrutture informatiche che mettono a disposizione degli studenti servizi come postazioni Internet, laboratori attrezzati e tecnologia wireless con la possibilità di connettersi anche nei corridoi. «Considero il portatile uno strumento utile per prendere appunti: può distrarre nelle lezioni affollate, quelle con 300 studenti, ma così come può essere un alibi l´uso del tradizionale registratore portatile: per questo chiedo sempre di autorizzarlo perché mi è capitato che qualcuno lo accendesse e si allontanasse dall´aula», racconta Paolo Di Giovine che insegna glottologia e linguistica alla Sapienza. E precisa: «Nei seminari da 30-40 studenti il problema non si pone, il portatile non disturba l´interazione». Poi aggiunge: «L´ingresso di questo strumento negli atenei è e resta una novità positiva per la didattica». Vietare i portatili? «È un falso problema» per David Meghnagi che a Roma Tre insegna Psicologia clinica. Nell´ateneo, chi non porta il pc può contare su quelli della biblioteca. «Faccio usare il computer e in aula ne abbiamo anche più d´uno, anche se preferisco che gli studenti usino i foglio per gli appunti. Ma credo che la lezione debba restare un momento di approfondimento, in cui il professore riversa il suo know how, e di confronto». Dice Meghnagi che è compito del docente «conquistare la credibilità degli studenti sul campo», prima di accusarli di distrarsi troppo. Ma un codice di comportamento lo chiede ai suoi: «Si contratta insieme, ma i cellulari restano spenti». Per non sottrarre intensità ai corsi. E poi sembra che da noi i professori abbiano chiaro un punto: non basta vietare il portatile per conquistare l´attenzione di studenti multitasking. Quello che si può fare con uno schermo sul banco, si può fare anche con un più discreto telefonino.


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