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Repubblica-"Statali, troppi 2 anni di attesa per rinnovare i contratti"

L'Istat denuncia: "Così è impossibile programmare la spesa per stipendi". Il record nella ricerca: 51 mesi di rinvii "Statali, troppi 2 anni di attesa per rinnovare i contratti" Mazzell...

04/11/2004
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la Repubblica

L'Istat denuncia: "Così è impossibile programmare la spesa per stipendi". Il record nella ricerca: 51 mesi di rinvii
"Statali, troppi 2 anni di attesa per rinnovare i contratti"

Mazzella ai sindacati: "Trattiamo sulle cifre degli aumenti medi non sulle percentuali"
LUISA GRION

ROMA - C'è chi per avere il rinnovo del contratto ha aspettato più di quattro anni, chi "solo" tre, la media è di due. Ventiquattro mesi di ritardo che provocano nervosismi fra i dipendenti, ma soprattutto, che impediscono allo Stato di fare una seria programmazione della spesa per le retribuzioni. L'Istat ha analizzato l'andamento delle trattative nei contratti del pubblico impiego e il quadro che ne ha tratto non lascia dubbi: nel rinnovarli si perde troppo tempo. Il record è stato toccato durante la stagione contrattuale 2002-2003, quando i lavoratori della ricerca hanno aspettato i "ritocchi" in busta paga per ben 51 mesi e i dipendenti universitari per 40. Rispetto a loro le forze dell'ordine hanno fatto prestissimo: sette mesi.
Il guaio è che da allora le cose non sono cambiate, tant'è che l'attuale tornata contrattuale va avanti da un anno. Ecco quindi l'attualità dell'analisi Istat: i ritardi, sottolinea l'istituto, portano alla "retroattività sugli aspetti giuridici ed economici" e ad una marea di arretrati "riducendo la capacità di programmare agevolmente la spesa per le retribuzioni del settore pubblico".
I sindacati plaudono all'analisi: "Finalmente anche l'Istat si è reso conto di qualche "piccolo" scandalo - dice Antonio Foccillo della Uil - i lavoratori pubblici sono stanchi di aspettare, basta con le schermaglie". Epifani, leader della Cgil precisa: "È il governo che rende impossibile il negoziato. Non vuole muoversi, non può: ha troppi vincoli di maggioranza". C'è la Lega che considera i dipendenti pubblici "parassiti e fannulloni" e "almeno metà delle forze di governo non vuole muoversi dalla impostazione presa (aumenti del 3,7 % che diventerebbero 5 bloccando il turn over) condizionando la parte più disponibile".
Nel dibattito s'inserisce il ministro della Funzione Pubblica Mazzella. "Usciamo da questi discorsi su un aumento del 3,7 o dell' 8 per cento - propone - il cittadino non capisce niente di quello di cui stiamo parlando, se diamo agli impiegati un aumento sufficiente o insufficiente. Proporrò quindi ai sindacati di cominciare a parlare di aumento medio mensile e non di percentuali. Abbiamo chiuso il comparto della sicurezza con un aumento medio mensile di 111 euro. Proporrò che anche per il pubblico impiego si possa dire che lo Stato è pronto a concedere un aumento di "tot" e vediamo cosa chiede il sindacato". Tranchant la replica della Cgil: "Il governo continua a balbettare proposte fumose e inconcludenti - ha detto Carlo Podda - ora si esercita a parlare di cifre piuttosto che di percentuali: trovi le risorse e ci convochi"


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