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Repubblica-Statali, scontro aperto nel governo Maroni boccia l'aumento ai medici

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13/05/2005
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la Repubblica

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Resa dei conti oggi al Consiglio dei ministri. Alemanno:"Noi e l'Udc pronti a chiudere con i sindacati"
Statali, scontro aperto nel governo Maroni boccia l'aumento ai medici
"Una follia 283 euro agli ospedalieri". Storace:"Era concordato"

LUISA GRION

MARIO REGGIO
ROMA - Sul contratto degli statali infuria la battaglia: oggi in quello che si preannuncia come un ennesimo scontro fra An e Udc da una parte, Lega e una fetta di Forza Italia dall'altra, il Consiglio dei ministri dovrà trovare una posizione comune. Ma in tema di rinnovi ieri almeno un risultato è stato raggiunto: a 40 mesi dalla scadenza del vecchio accordo, i 130 mila medici e dirigenti del sistema sanitario nazionale hanno chiuso la loro trattativa. Anche se il risultato raggiunto (283 euro mensili lordi) ha suscitato più di una polemica.
Sul fronte del pubblico impiego l'attesa riguardo al Consiglio dei ministri convocato per oggi è molta. I due schieramenti sono noti: Baccini, ministro della Funzione Pubblica e Alemanno, responsabile delle Politiche agricole da una parte. Siniscalco, la Lega e lo stesso premier dall'altra. I primi puntano ad un rinnovo in tempi stretti sulla base del compromesso raggiunto martedì notte con i sindacati (100 euro ai ministeriali, 98-99 alla media delle categorie contrattualizzate, 111 alla media generale). Gli altri frenano: rifatti i conti l'Economia ha deciso che quell'aumento non possiamo permettercelo. "Vogliamo sciogliere il nodo politico e chiudere - ha detto Alemanno - la cifra di 111 euro è superata, quella negoziata è molto più ridotta. C'è un accordo a portata di mano, noi siamo pronti". Non la pensa così Maroni: "Aumentare gli stipendi agli statali significa far crescere la spesa pubblica in modo improduttivo. Dobbiamo investire sulla crescita, spero che si decida di andare in questa direzione, piuttosto che verso il baratro". L'unico punto di accordo è sul fatto che le risorse aggiuntive vanno trovate nella Finanziaria 2006. Quanto alla posizione dei sindacati l'ipotesi di chiusura a 100 euro sul comparto dei ministeriali non si tocca. Pezzotta assicura che la proposta è compatibile con la soglia voluta da Siniscalco: anche la media d'aumento delle categorie contrattualizzate sta sotto i 100 euro.
Riguardo ai medici, l'accordo raggiunto sul bienno 2002-2003, consente in incremento medio di 283 euro lordi, ma resta ora da definire il secondo biennio economico, quello appunto che ha scatenato la bagarre nella maggioranza. Soddisfatto dell'intesa raggiunta il ministro della Salute Francesco Storace. Preoccupato, invece, lo stesso Maroni: "Non ci sono i soldi - ha detto - È una follia e spero che Berlusconi intervenga". Immediata la replica di Storace: "Abbiamo ottimi farmaci per far tornare la memoria. Maroni ha firmato assieme a Fini l'intesa con i sindacati per la chiusura del contratto del pubblico impiego e il presidente Berlusconi è già intervenuto quando ha presentato il nuovo governo in Parlamento".
Il contrasto interno alla maggioranza sorprende l'Anaao, il sindacato più rappresentativo della categoria. "Forse il furore anti-pubblico-impiego del ministro Maroni - afferma il segretario Serafino Zucchelli - gli ha impedito di rendersi conto che il contratto dei medici riguarda il biennio economico 2002-2003 e non il secondo biennio sul quale sta trattando con le confederazioni. Stia tranquillo: il contratto non ha superato di un euro quanto concordato. Secondo Massimo Cozza, segretario della Cgil-Medici, "il governo, invece di dividersi anche sul contratto dei medici si dovrebbe impegnare a concluderlo veramente, colmando il ritardo di 16 mesi sul secondo biennio economico". L'intesa prevede aumenti di 283 euro lordi mensili. Ma dalla firma alla busta paga passeranno almeno 60 giorni. Gli arretrati economici varieranno fra 9 mila e 15 mila euro.


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