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Repubblica-Statali, rinnovo in alto mare sindacati pronti allo sciopero

CASO I sindacati chiedono un aumento totale dell'8% mentre per il Tesoro non va superato il tetto del 2% annuo Statali, rinnovo in alto mare sindacati pronti allo sciopero LUISA GRION RO...

15/09/2004
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la Repubblica

CASO
I sindacati chiedono un aumento totale dell'8% mentre per il Tesoro non va superato il tetto del 2% annuo
Statali, rinnovo in alto mare sindacati pronti allo sciopero

LUISA GRION

ROMA - Contratto del pubblico impiego: il clima diventa rovente. Ieri il ministro della Funzione Pubblica Luigi Mazzella ha avuto - su questo e altri temi - un incontro con Domenico Siniscalco, il ministro dell'Economia. La questione centrale è decidere quanti soldi mettere sul piatto: per capire le disponibilità e i margini di manovra è stato aperto un tavolo tecnico.
Ma ai sindacati questo modo di procedere non piace: da nove mesi tre milioni e mezzo di dipendenti pubblici sono in attesa di un rinnovo che deve contenere il recupero dell'inflazione per il biennio 2002/2003 e fissare il tetto per il 2004/2005. Fin dall'inizio del confronto, la distanza fra le parti è stata notevole: i sindacati chiedono aumenti dell'8 per cento contro un'offerta iniziale del governo del 3,6 per il biennio. Ma adesso le cose sono cambiate perché l'indicazione che arriva da Siniscalco, come già previsto nelle linee guida della Finanziaria, è quella di non superare nel 2005 il tetto del 2 per cento di aumento per la spesa corrente dei ministeri.
Limite che i sindacati non accettano: "Cosa s'intende? Cosa c'è dentro quel tetto? - chiede Gianpaolo Patta della Cgil - Le spese per le retribuzioni vanno escluse perché va tutelato il potere d'acquisto perso in questi anni dai lavoratori. Una scelta contraria significherebbe negare la possibilità di rinnovare i contratti". Invece di attivare tavoli tecnici - fanno quindi sapere Cgil, Cisl e Uil su questo fronte schierati in forma compatta - sarebbe il caso di aprire i tavoli della contrattazione fra le parti. Il confronto non è mai partito, e - lamentano i confederali - non è ancora stata data alcuna spiegazione politica alle voci che si sentono riguardo ai salari e a tutti gli altri fronti aperti sul settore: dalla mobilità annunciata dal ministro per far fronte alle esigenze del federalismo, al blocco delle assunzioni di fatto superato - dicono i sindacati - dal ricorso a co.co. co e alle consulenze.
La minaccia di un imminente sciopero, già annunciata nei giorni scorsi, diventa dunque sempre più incombente. La rinnova lo stesso leader della Cisl, Savino Pezzotta: "Non si è mai visto il caso di una trattativa fatta senza convocare i sindacati. Se non ci saranno le condizioni faremo quello che è normale che un sindacato, in questi casi, faccia". Di fatto le tre sigle stanno programmando, nell'imminente, un incontro fra confederazioni e categorie per definire le forme della protesta e avviare il conflitto.
Li precederanno, in queste intenzioni, gli autonomi degli Rdb-Cub che venerdì riuniranno mille delegati del settore pubblico per varare le iniziative "più incisive contro il blocco dei rinnovi: scioperi, ma anche fermate senza preavviso". Chiedono "aumenti salariali di almeno di 300 euro mensili, il ripristino di un meccanismo d'indicizzazione di salari e pensioni, l'abolizione di ogni forma di precariato".


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