Repubblica: Statali, due mesi di assenze l´anno
LA SCUOLA È tra i settori più "virtuosi" con poco più di 44 giorni di non-lavoro
Nel conto annuale della Ragioneria i dati sulle giornate passate a casa dai dipendenti di 9.811 enti della pubblica amministrazione
Il record a Istat, Inps e Cnr: 69 giorni, trentuno di malattia
Le Agenzie fiscali sono ai primi posti per assenteismo, così come la sanità
BARBARA ARDU
BARBARA ARDÙ
ROMA - Gli statali lavorano più o meno dieci mesi l´anno. Gli altri due o quasi se ne stanno a casa. Sotto le coperte perché ammalati. In sciopero, o ancora in permesso retribuito. E solo quando incrociano le braccia lo stipendio smette di correre. In tutti gli altri casi le giornate di assenza sono retribuite. Fannulloni, come dice il professor Pietro Ichino, che sull´argomento ha scritto un libro e aperto il dibattito? Poco motivati e dunque da incentivare, come ha suggerito il ministro delle Riforme e innovazione nella Pubblica amministrazione Luigi Nicolais, che ha annunciato un piano e uno screening per rendere più efficiente la pubblica amministrazione?
La mappa delle assenze dei lavoratori statali è dispiegata nel «Conto annuale» della Ragioneria generale dello Stato, che contiene tutti i dati relativi ai dipendenti del pubblico impiego nell´anno 2005. Complessivamente a parte i 29,16 giorni di ferie che mediamente spettano a ciascun dipendente pubblico, si aggiungono quasi 19 giorni tra malattia e permessi retribuiti. Ci sono poi due giorni e mezzo di altre assenze, anche se in questo caso non retribuite, e i giorni di sciopero, che però complessivamente pesano meno del´1 per cento sulle assenze totali. La media alla fine fa 50,7.
Troppo elevata? «Non mi sembrano dati allarmanti - commenta Michele Gentile, coordinatore per la funzione del Pubblico impiego della Cgil -. Bisogna vedere come sono stati calcolati e comunque non mi sembrano nella media se si tiene conto delle festività soppresse, dei lavoratori che fanno i turni e della scuola, dove non si lavora 12 mesi l´anno. Se poi ci sono degli abusi sarà bene che vengano segnalati, ma credo che la Ragioneria avrebbe potuto impiegare meglio il proprio tempo e i propri soldi».
Il «Conto annuale» ha messo sotto esame i 9.811 enti, dai ministeri, agli ospedali, alle scuole, agli enti pubblici non economici (Aci, Istat, Cnr, Croce rossa, Ice, gli enti previdenziali, l´Enea, ecc.). Ed è proprio in queste "provincie" dello Stato che regna l´assenteismo. Qui in media ogni dipendente s´è assentato dal lavoro per 69 giorni l´anno (per ferie e malattia soprattutto). Non va meglio nella sanità, dove i giorni medi di assenza sono stati 58,75. Al di sopra della media ci sono anche gli enti locali: i lavoratori di Regioni, Province e Comuni sono stati a casa più di 50 giorni. Se la prendono comoda anche i dipendenti delle Agenzie fiscali (61,28). Più disciplinati insegnanti e bidelli, che costituiscono il più grande comparto di occupazione pubblica: in media gli 1,1 milioni di dipendenti non hanno varcato il cancello della scuola 44 giorni l´anno.
Sul registro delle assenze la presenza delle donne è maggiore. Tra i dipendenti del pubblico impiego sono più della metà, il 53,6 per cento, ma i loro monte assenze è pari al 59,5 per cento rispetto a quello complessivo. Se poi si aggiungono i permessi retribuiti (del tutto legittimi in questo caso perché legati alla maternità), la percentuale arriva al 73,5 per cento. In pratica le donne stanno in ufficio meno degli uomini. Ma d´altra parte non sono loro per lo più ad accudire i figli a casa quando si ammalano? La buona notizia è che rispetto al 2004, i giorni di assenza nel 2005 sono diminuiti, ma non crollati: mediamente in ministeri, scuole e Comuni si è lavorato un giorno in più.