Repubblica-Statali, confermato lo sciopero

Il vertice sul pubblico impiego non evita la protesta di venerdì. Via ai tavoli tecnici, il 23 confronto sui fondi pensione
Statali, confermato lo sciopero
Governo pronto ad aumenti di 95 euro. I sindacati: no, ma trattiamo
ROBERTO PETRINI

ROMA - Scontro, anche se non rottura, tra governo e sindacati al primo round della trattativa per il rinnovo del contratto degli statali che si è tenuto ieri sera a Palazzo Chigi. "Lo sciopero di venerdì è confermato", ha detto il leader della Cgil Guglielmo Epifani, al termine del vertice durato circa due ore, ha aggiunto che le distanze "restano alte" ma ha definito l'incontro "interlocutorio" e si è detto disponibile a proseguire la trattativa. Sulla stessa lunghezza d'onda il segretario della Cisl Savino Pezzotta: "Analizzeremo i tempi e i modi dei tavoli, si deve chiudere questo contratto in pochi giorni. Comunque - ha aggiunto polemicamente - voglio ricordare che c'erano state fatte in passato proposte diverse da quella che abbiamo ricevuto questa sera". "Confermiamo lo sciopero anche se confermiamo la disponibilità al confronto che deve avvenire sul contratto", ha detto Antonio Foccillo della Uil.
La proposta del governo, avanzata direttamente dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, indica in 95 euro di aumento lordo medio mensile (si tratta di 86 euro per i ministeriali, 89 per la scuola, 76 per gli enti locali e 103 per gli enti pubblici non economici). La proposta corrisponde esattamente ad un incremento del 4,3 per cento per il biennio 2004-2005, dunque non si sposta dal tetto di risorse stanziate in Finanziaria e di conseguenza non soddisfa le richieste dei sindacati che chiedono l'8 per cento. Letta ha comunque aggiunto che "non c'è la pretesa di finire stasera", ha proposto l'apertura di un tavolo tecnico (il 23 è già stato convocato quello sulla previdenza integrativa) e ha spiegato che con i 115 euro lordi pro-capite avuti nel biennio 2002-2003 si arriva dal 2002 al 2005 a ad un aumento di 210 euro pari al 10 per cento. Letta ha anche aggiunto che dal calcolo sono escluse le "forme integrative previste per i singoli comparti".
Sembra essere prevalsa dunque la linea illustrata poco prima dell'incontro dal presidente del Consiglio Berlusconi a "Porta a porta" che ha parlato di un aumento del 4,3 per cento. Su questa linea è sembrato attestarsi anche il Tesoro, mentre la Lega anche ieri ha continuato a sparare contro l'ipotesi di possibili ulteriori aumenti. Per un incremento maggiore si erano espressi An e l'Udc disposte ad arrivare fino al 5,1 per cento mentre i sindacati chiesto l'8 per cento e l'autonomo Confsal arriva addirittura al 9 per cento.
Non è escluso tuttavia che all'interno della trattativa dei prossimi giorni non possa giocare un ruolo la questione del Tfr e del superbonus pensionistico: gli statali non possono beneficiare né del superbonus né del silenzio-assenso per trasferire il Tfr ai fondi pensione e il ministro Maroni sembra intenzionato a mettere sul tavolo almeno una delle due carte. E ieri sera Epifani, spiegando la disponibilità a non interrompere la trattativa ha spiegato che i sindacati "intendono utilizzare i tavoli per affrontare insieme problemi aperti, dal rinnovo senza dimenticare il tema Tfr".
"La riunione è stata costruttiva e il fatto di aver chiesto l'apertura di un tavolo è un segnale di sensibilità politica", ha detto il ministro per la Funzione pubblica Mario Baccini e ha concluso: "Abbiamo fatto dei passi avanti".