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Repubblica-stanno svuotando la scuola italiana

CORRADO AUGIAS CARO Augias, siamo addolorati dallo stato della scuola. Basta guardare i fatti per sentire il disagio profondo per un processo che lo¬ gora il pluralismo, i principi d...

11/05/2002
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la Repubblica

CORRADO AUGIAS

CARO Augias, siamo addolorati
dallo stato della scuola. Basta
guardare i fatti per sentire il disagio
profondo per un processo che lo¬
gora il pluralismo, i principi della
democrazia moderna e, talora, lo
spirito del dettato costituzionale:
libertà e giustizia. Si parla di "tagli"
e non è un caso che alcune parti del¬
la riforma, non di secondo piano,
siano nate addirittura nella legge
finanziaria, ignorando ogni con¬
fronto e confermando uno spirito
"aziendalistico" che antepone le
esigenze economiche a quelle di¬
dattiche. Basta pensare al modo
nuovo in cui si svolgeranno gli esami di stato (do¬
centi interni e un presidente che non potrà garan¬
tire nulla), per capire il rischio di rendere inutile
questo momento. Saranno aumentate le preroga¬
tive del dirigente scolastico, limitate quelle di do¬
centi, alunni e genitori. L'indirizzo privilegia gli
aspetti formali e di gestione su quelli partecipativi.
Un gruppo di docenti del Liceo Scientifico
"A. Einstein" di Rimini (seguono 34 firme)
mdallagata@libero.it
CARO Augias, siamo un gruppo di docenti trie¬
stini contrari alle proposte di riforma della
scuola. Su queste proposte è mancata ogni atten¬
dibile informazione in ambito scolastico. Manca¬
no i progetti elaborati su basi culturali e pedago¬
giche tanto che lo stesso progetto Bertagna sem¬
bra accantonato. Il personale della scuola tende
ad essere ridotto a mera cifra economica. L'orario
di lavoro dei docenti rischia di essere aumentato
senza contropartita economica. Siamo preoccu¬
pati: dalla scelta di un percorso formativo a 13 an¬
ni che potrebbe diventare una discriminazione
tra cittadini su basi di censo; dall'abolizione del
tempo pieno gratuito; dall'indicazione di materie
obbligatorie e facoltative a richiesta delle fami¬
glie; dall'incertezza sull'età d'ini¬
zio dell'obbligo scolastico; dall'in¬
certezza nella composizione e nel¬
le prerogative degli organi colle¬
giali. Ci sono anche altri aspetti in¬
quietanti nella riforma ma più di
ogni altro ci preoccupa l'incertez¬
za sul ruolo della scuola nella for¬
mazione dei giovani e quella che
riguarda la stessa organizzazione
dell'istruzione tra pubblico e pri¬
vato.
Franco Cecotti (seguono 39
firme di docenti triestini)

Franco3@interfree.it
GENTILE dott. Augias, sono un'insegnante di
scuola dell'infanzia, da 26 anni lavoro con bam¬
bini dai tre ai sei anni, qualche volta nella mia se¬
zione è stato inserito un alunno handicappato. Vi¬
vo parte della mia giornata con uno di questi bam¬
bini seguito per 12 ore alla settimana da un'inse¬
gnante di sostegno che lo aiuta, gli dà la possibilità
di interagire con i compagni e con me. Dal prossi¬
mo anno, in nome del risparmio, una delle tre in¬
segnanti, perderà la sede e sei bambini dovranno
"accontentarsi "di 8 ore di sostegno alla settimana
con le due insegnanti rimaste. Trovo grave che lo
Stato tagli proprio ai suoi cittadini in difficoltà le ri¬
sorse che da anni gli erano state riconosciute. Non
crede?
M. Teresa Pescarollo

mtpescarollo@libero.it
CREDO una cosa, signora Pescarollo: il ministro
Moratti, che è una manager ma anche una don¬
na di fede, non potrà trascurare ancora a lungo gli
aspetti lamentati in queste lettere. Diamole il tempo
di capire che il bilancio dell'Istruzione non si misura
dalle cifre ma dalla qualità dei cittadini che escono
dalle sue scuole.


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