Repubblica: "Sono scelte chiare dicono sì ai vescovi e no agli studenti"

PAOLA COPPOLA

ROMA - «La Chiesa si è fatta sentire per difendere un suo interesse e il dietrofront immediato del governo dimostra che in questo Paese un tavolo per discutere di istruzione c´è, ma ci si siedono solo i vescovi, non chi rappresenta le migliaia di studenti e insegnanti che hanno protestato contro i tagli del ministro Gelmini». Si dice indignato Carlo Bernardini, professore emerito di Fisica alla Sapienza che accusa: «Siamo arrivati allo scontro tra gli interessi della Chiesa e la Costituzione».
Il governo ha annunciato che i fondi tagliati saranno ripristinati: 120 milioni per il 2009 da destinare all´istruzione scolastica, sia privata che pubblica.
«Gli istituti privati dovrebbero finanziarsi facendo leva sulle regole di mercato, quei soldi servirebbero alla scuola pubblica, viste le gravissime carenze dell´edilizia scolastica e il numero di precari fatti fuori dai tagli che hanno colpito scuola, università e ricerca».
Spetterà al dicastero guidato da Mariastella Gelmini il compito di stabilire quale quota destinare alle scuole paritarie. Che ne pensa?
«Il ministro Gelmini fa iniziative eclatanti come aprire un canale di dialogo con gli studenti su YouTube, ma è stato sordo a molte delle loro richieste. È lecito chiedersi se si consulterà con qualcuno per la ripartizione di questi fondi, se creerà un tavolo per ragionare su scelte di qualità. Mi sembra che un dialogo sia aperto solo con i vescovi. Su questi temi vorrei vedere più vigore, più spirito polemico, ma anche l´opposizione ha una posizione debole».