Repubblica-Solo un preside su tre accetta la "pagella"
IL CASO Una valanga di no alla valutazione avviata dal ministero Solo un preside su tre accetta la "pagella" Sotto accusa i lunghi questionari e la qualità del pool di...
IL CASO
Una valanga di no alla valutazione avviata dal ministero
Solo un preside su tre accetta la "pagella"
Sotto accusa i lunghi questionari e la qualità del pool di valutatori
Solo un capo d'istituto su tre accetta la "pagella" ministeriale. Secondo quanto riferisce una nota della Cgil Scuola, "anche in Sicilia l'indisponibilità dei dirigenti scolastici a farsi carico della sperimentazione di una valutazione che non condividono è stata alta e sostenuta". Su 270 presidi di scuola media e superiore e direttori didattici, individuati in Sicilia dal ministero dell'Istruzione per la sperimentazione del Sivadis (il Sistema di valutazione dei dirigenti scolastici), hanno accettato soltanto in 98. E 172, di conseguenza, hanno chiuso le porte dei propri istituti agli inviati del dicastero di viale Trastevere.
Le moltissime defezioni, secondo quanto hanno spiegato i capi d'istituto nelle missive inviate al direttore dell'Ufficio scolastico regionale, Guido Di Stefano, sono ufficialmente determinate da svariati motivi. Alcuni parlano di "imminente pensionamento", altri del "mancato rinnovo del contratto di categoria", scaduto ormai da quasi due anni, o "dei pressanti carichi di lavoro" che non consentono la compilazione dei voluminosi questionari predisposti dal ministero. Oppure della "farraginosità della documentazione" e della "inidoneità dei valutatori di prima istanza", nominati dallo stesso Di Stefano. In sostanza, la procedura messa in piedi dai tecnici ministeriali non piace affatto ai presidi, che hanno decretato il flop dell'iniziativa.
"Non sono contro la valutazione dei capi d'istituto - dice Vincenzo Passiglia, direttore didattico della scuola elementare e materna Amari e, con quarant'anni di servizio, decano dei capi d'istituto palermitani - ma non ne condivido l'impostazione. Nella scuola la valutazione è stata abrogata per tutto il resto del personale ed è rimasta solo per i capi d'istituto".
C'è poi chi si trova alle soglie della pensione e non se la sente, dopo "anni di onorata carriera", di sottoporsi a un giudizio che potrebbe essere anche negativo per "deficienze di altri soggetti", dice Silvana Ricotta, preside dell'istituto comprensivo Falcone allo Zen, che più volte ha denunciato le cadute di attenzione da parte del Comune e del ministero. Altri capi d'istituto del fronte del rifiuto, invece, non reputano all'altezza della situazione proprio chi deve valutarli: dirigenti amministrativi o dirigenti tecnici (ispettori).
La lista dei dissenzienti, peraltro, è destinata ad allungarsi. Per esempio Sergio Lo Monaco, preside del liceo classico Meli, formalizzerà nei prossimi giorni la sua rinuncia. "Ritengo la valutazione un atto doveroso per i dirigenti scolastici - spiega Lo Monaco - ma gradirei essere valutato da esperti. Se mi sottoponessi a questa valutazione, verrei giudicato come burocrate o come educatore?".
s. i.