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Repubblica: Sms, videofonino e YouTube così la rivolta corre sul Web

Frammentazione e velocità tra le caratteristiche della generazione "liquida"

24/10/2008
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la Repubblica

Su Repubblica.it il racconto in diretta del movimento

VITTORIO ZAMBARDINO

ROMA - E il ciclostile? Per quelli di Beata Ignoranza, "blog di resistenza delle scuole pratesi, è un´insalata: il testo di un comunicato, l´agenda delle prossime manifestazioni, una vignetta contro la Gelmini di un disegnatore famoso, qualche articolo di giornale e un video comico da Crozza Italia sulla maestra unica. Non è il tadzebao del ?68 né la radio libera del ?77. È la generazione digitale che sa come mandare su Internet quello che vede e quello che ha imparato a raccontare in diretta, in quella continua narrazione di se stessi di cui sono campioni, fatta con poco, anche solo con uno sms: «In questo momento stanno sfilando più di 1550 persone», c´era scritto su un blog di Padova.
Tutto si mescola in un linguaggio-collage e in un´assemblea permanente, dove a Torino leggono cosa scrive Palermo e viceversa, in tempo reale o quasi. Se oggi la polizia caricasse un corteo a Milano, dopo venti minuti su YouTube ci sarebbero il video: magari girato da una mano che trema o fugge, e da un cellulare da 100 euro. Ma subito lo vedrebbero a Torino e a Palermo. E su YouTube le immagini del movimento ci sono già.
Non ruggisce come 30 e 40 anni fa, questo movimento-rete. Se c´è un grande assente da tutte le sue espressioni è la violenza. Da Il Buco Neto, blog dei fisici precari dello INFN, fino Montale, tenuto dai ragazzi della Quarta B di una media superiore di Pontedera, è solo racconto: «Abbiamo fatto lezione - c´è scritto su Montale - per un ora e mezzo sul corso, la classe era completamente assorta ad ascoltare le parole della spiegazione ed i passanti stupiti si fermavano a leggere lo striscione "se ci togliete l´istruzione, fuori noi facciamo lezione"».
È un movimento frammentato: i blog dei precari, quello delle maestre, quello dei ragazzi delle medie, quello dell´Alma Mater. Niente sintesi politica, molti collegamenti (link) fra un sito e l´altro. Del resto la rete è intensa e immediata: nelle statistiche di Google le ricerche con la parola "Gelmini" hanno avuto negli ultimi 30 giorni punte di incremento oltre il 5000% sui 30 precedenti. La statistica delle città dove sono state effettuate quelle ricerche (Google la fornisce) è aperta da Pisa.
Ognuno sceglie lo strumento che gli è congeniale. Blog argomentativi e un po´ verbosi per precari e insegnanti, ma anche i forum dei giornali, su Repubblica.it sono intervenuti in molte centinaia. Petizioni dure e di battaglia per chi cerca firme: alcune sono grandi successi, 16mila, anche 30mila. Ma per i ragazzi vince il "nuovo" web: ad esempio le foto sul sito di album Flickr sono null´altro che un racconto per immagini di queste ore. E poi c´è Facebook.
Tante le pagine "anti Gelmini": una con più di 60 mila mila adesioni, ma anche aggregazioni meno fortunate. Qui però la caratteristica è che ogni aderente funziona come un uomo sandwich: ha la sua pagina, ci può scrivere e pubblicare le foto e i video che vuole e gli altri vedono automaticamente quello che sta "dicendo". Un corteo elettronico. Non violento.
(Testi del dossier a cura di Mauro Munafò)

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