Il ministro convoca i sindacati per evitare lo sciopero di venerdì
MARIO REGGIO
ROMA - Walter Veltroni scrive al ministro Tremonti e alla Gelmini. «Sospendete i tagli alla scuola, all´università e alla ricerca. Poi potremo iniziare un confronto su temi che hanno bisogno di una profonda innovazione e di una radicale riforma». Risponde il ministro Mariastella Gelmini: «Sono disponibile ad un confronto che abbia come obiettivo riformare e migliorare l´istruzione in Italia. Sono disponibile a discutere con tutte quelle forze riformiste che pensano che non si possa difendere lo status quo». È disposta a bloccare i tagli di 7 miliardi e 800 milioni alla scuola, e di 700 milioni al Fondo ordinario agli atenei nel 2010? «Sono provvedimenti già passati nell´anticipo della finanziaria 2009, quindi non si toccano. Ma con l´opposizione possiamo discutere sul futuro della scuola, dell´università e della ricerca».
C´è un altro punto dolente: il decreto approvato il 6 novembre dal Consiglio dei ministri. Solo ieri è arrivato al Quirinale e il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha potuto firmarlo. Eppure contiene provvedimenti urgenti per università e ricerca: nessun blocco per i concorsi già banditi, l´estrazione a sorte tra i 12 docenti più votati dei 4 che formeranno le commissioni, il parziale sblocco del turn over per i ricercatori ed altri provvedimenti come l´esenzione dal blocco per gli enti di ricerca. Perché? «È stato necessario mettere a punto tecnicamente alcune procedure» risponde Mariastella Gelmini. Ora si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Decreto a parte il dialogo appare da subito difficile. «Apprezzo i toni cortesi e la disponibilità teorica al confronto del ministro Gelmini - commenta Giuseppe Fioroni, ex ministro della Pubblica Istruizione e coordinatore nazionale del Pd - ma i tagli decisi dal governo restano come macigni».
Intanto si avvicina un´altra giornata di mobilitazione e di proteste. Per venerdì 14 novembre i sindacati confederali hanno proclamato una giornata di sciopero nazionale e il corteo a Roma. Nella stessa giornata scenderanno in piazza i collettivi universitari che si sono dati appuntamento nella Capitale da tutta Italia. E per oggi pomeriggio, a viale Trastevere, il ministro Gelmini ha convocato i sindacati confederali di università e ricerca nell´estremo tentativo di scongiurare lo sciopero. Non sarà facile perché la base di partenza per qualsiasi dialogo è il ritiro dei tagli previsti dalla legge 133, quella che prevede anche la trasformazione degli atenei in fondazioni private. Nelle due giornate successive al corteo del 14 novembre, la Sapienza sarà lo scenario degli stati generali dei collettivi universitari, che discuteranno e presenteranno la piattaforma programmatica sul loro presente e sul loro futuro.
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