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Repubblica: "Sei un secchione", s´impicca a 14 anni

Ischia, deluso perché non eletto al consiglio di classe. La madre: la scuola risponda

02/11/2007
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la Repubblica

Tra i biglietti raccolti un solo voto per Diego G., accompagnato da uno sberleffo

IRENE DE ARCANGELIS

NAPOLI - Lo spoglio dei voti va avanti e sul volto di Diego, 14 anni, i segni della delusione sono sempre più evidenti. Ci contava, su quell´elezione a rappresentante di classe, la quinta ginnasio del liceo classico "Scotti" di Ischia. Voleva essere il punto di riferimento dei suoi compagni, ma sui biglietti raccolti nel berretto sul banco il suo nome era stato scritto una volta sola accanto a parole di beffa. Per Diego è una sconfitta atroce. Torna a casa e, poco dopo, si stringe una corda intorno al collo. Si impicca a un albero vicino casa.
Viveva per la scuola e per lo studio, l´adolescente che il prossimo 5 novembre avrebbe compiuto 15 anni. Dal suo grande amore è arrivato invece il colpo basso che lo ha spinto al suicidio. Malessere di un´età difficile, ma anche, da quel berretto con le preferenze dei compagni, l´improvvisa, traumatica presa di coscienza di non essere accettato, ammirato dai suoi coetanei con i quali trascorreva gran parte del suo tempo. «La scuola mi dovrà rendere conto di quello che è successo a mio figlio», è il disperato sfogo della madre di Diego all´uscita dal commissariato di polizia. Perché per la donna il disagio di Diego, il suo essere diverso dai compagni, non era mai stato avvertito o preso in considerazione dai docenti. Anche loro interrogati, pure loro sconvolti. Perché quello di Diego è il quarto suicidio di uno studente al classico "Scotti" in tredici anni.
Lo scontro tra sensibilità diverse. Diego, famiglia di alta borghesia, un nonno materno noto studioso delle proprietà terapeutiche delle acque termali, viveva tra scuola e casa. Nel tempo libero scriveva favole e racconti. Figlio unico, era molto legato alla madre separata, da tre anni non aveva più notizie del padre residente a Roma. Per il resto solo scuola. La media del nove e la stima incondizionata dei professori. Ma non era così che lo vedevano i compagni. Per loro, vivaci adolescenti, Diego era un «secchione», uno che «pensava solo ai libri». Peggio, spiegano: «Era l´unico a entrare in classe quando facevamo sciopero. Un crumiro». Proprio i motivi per cui Diego non sarebbe mai stato eletto a rappresentante di classe. Eppure lui lo voleva fortemente. Così due giorni fa, davanti alla delusione saltata fuori dal berretto pieno di bigliettini, si è chiuso nel silenzio. Ma quando è tornato a casa si è sfogato con la madre, le ha manifestato tutta la sua delusione. «Stai tranquillo - le ha detto lei per calmarlo - Domani andrò a parlare con i professori».
Poco dopo, mercoledì pomeriggio, Diego è rimasto solo a casa, in via Mezzavia, a Lacco Ameno. Non ha scritto un biglietto, non ha lasciato un messaggio sul computer. È uscito, ha percorso alcune decine di metri, si è stretto una corda intorno al collo. Si è impiccato. Quando la madre, rientrata nel tardo pomeriggio, non ha trovato Diego a casa, ha subito lanciato l´allarme. È stata proprio lei a trovarlo, due ore dopo. Senza vita. Disperata è tornata sui suoi passi, è corsa in casa per prendere un paio di forbici. Quindi ha tagliato la corda usata da Diego e lo ha adagiato per terra nella speranza di salvarlo. Ma il ragazzo, come accerterà il medico legale, era morto da almeno due ore.


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