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Repubblica-Scuole senza soldi per il telefono "Non potremo chiamare i supplenti"

Scuole senza soldi per il telefono "Non potremo chiamare i supplenti" La Provincia ha deciso lo stop al pagamento delle bollette: ci pensi Roma I presidi preoccupati per i telegrammi...

03/09/2005
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la Repubblica

Scuole senza soldi per il telefono "Non potremo chiamare i supplenti"
La Provincia ha deciso lo stop al pagamento delle bollette: ci pensi Roma
I presidi preoccupati per i telegrammi di avviso ai futuri professori
ANGELA MANGANARO


A scuola dicono che i conti non quadreranno più e il bilancio salterà, ma la lettera che hanno ricevuto lascia poche speranze: il pagamento delle bollette è sospeso. La Provincia ha fatto sapere ai presidi delle scuole superiori che telefono, fax e telegrammi non rientrano tra le sue spese. Ci deve pensare il ministero dell'Istruzione.
I presidi sono preoccupati: "Se il telefono serve per chiamare insegnanti e ragazzi, con i telegrammi si chiamano i supplenti", dice Giovanni Gaglio, preside dell'Istituto magistrale Agnesi. E i telegrammi sono la vera materia del contendere: "Per convocare il supplente si spediscono dai 50 a 200 telegrammi: un telegramma costa anche 2-3 euro, vanno via 800 euro a bolletta". Internet non è una via percorribile: "Non possiamo convocare i supplenti via email: non abbiamo tutti gli indirizzi e non siamo sicuri che le lettere arrivino a destinazione".
Sui costi che non si possono evitare insiste anche Clara Magistrelli, segretaria regionale dell'associazione nazionale dei presidi e preside dell'istituto professionale per la Moda Caterina da Siena: "Le bollette oscillano dagli 800 ai 1200 euro e per un supplente si mandano 50-100 telegrammi". Innocente Pessina, preside del liceo classico Berchet, conferma: "L'anno scorso ho dovuto mandare 180 telegrammi prima di trovare un supplente. Ricordo che noi siamo soggetti deboli attaccabili dal lavoratore". Su questo punto è ancora più esplicita Carola Feltrinelli, preside dell'istituto commerciale Moreschi: "Mandare telegrammi è un'operazione delicata da cui dipendono posti di lavoro e c'è il rischio dei ricorsi".
Un'operazione delicata e costosa. Raffaele Galli, direttore delle settore Istruzione, dà i numeri dell'escalation di telegrammi: "Nel 2003 abbiamo speso 160mila euro, nel 2004 372mila euro e nei primi due mesi del 2005 già 62mila euro. Finché abbiamo potuto, abbiamo pagato, ma queste sono spese per la didattica e spettano allo Stato". Clara Magistrelli non ci sta: "Chiamare il supplente con il telegramma è una spesa di gestione quindi tocca alla Provincia". Ma Giansandro Barzaghi, assessore provinciale all'Istruzione, non ha dubbi: "Mandare telegrammi è una spesa che riguarda la didattica: è di competenza del Provveditorato. Abbiamo avuto parere positivo dall'associazione dei Comuni e dall'unione delle province". Da via Ripamonti dove sono tutti impegnati a nominare i supplenti per le cattedre annuali nessun commento, il provveditore Antonio Zenga avverte: "Dobbiamo prima parlare con la Provincia".


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