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Repubblica-scuola-Roma Tre, i prof contro la riforma lezioni per spiegare i danni

La mobilitazione dei docenti contro il provvedimento del Governo Adesioni al blocco nazionale della didattica dal 10 al 15 ottobre Roma Tre, i prof contro la riforma lezioni per spiegare i danni ...

06/10/2005
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la Repubblica

La mobilitazione dei docenti contro il provvedimento del Governo
Adesioni al blocco nazionale della didattica dal 10 al 15 ottobre

Roma Tre, i prof contro la riforma lezioni per spiegare i danni
di ANNA MARIA LIGUORI

L'assemblea alla facoltà di Lettere
all'Università Roma Tre ROMA - Lezioni anti decreto legge Moratti a Roma Tre. Molti professori della facoltà di Lettere e filosofia utilizzeranno le ore in programma fino a sabato prossimo per sensibilizzare gli studenti sui danni della riforma universitaria voluta dal ministro dell'Istruzione e poi aderiranno al blocco della didattica programmato dai sindacati dal 10 al 15. E sempre in quei giorni i docenti manifesteranno insieme agli studenti, oltre che in facoltà, a piazza Montecitorio e davanti al ministero a viale Trastevere. Il calendario delle proteste è stato stilato ieri in un'animata assemblea nell'aula magna di Lettere a cui hanno partecipato professori, tantissimi studenti e il personale amministrativo della facoltà.

Studenti e insegnanti, inoltre, si riuniranno di nuovo in assemblea venerdì 15 ottobre per decidere ulteriori azioni di protesta. Unica spaccatura d'intenti tra i docenti e gli studenti, emersa ieri mentre l'assemblea stava per sciogliersi, riguarda lo sciopero ad oltranza: i docenti sono pronti a proseguire con il blocco della didattica fino a quando è necessario, mentre i ragazzi hanno delle riserve in proposito. "Al momento ritengono poco opportuno lo sciopero senza termine - dichiara una studentessa di Lettere - credo che per noi studenti sarebbe troppo penalizzante. Come faremo a recuperare i corsi di tutte le materie e a dare di conseguenza gli esami in tempo utile se lo sciopero dovesse durare troppo tempo?". A questo proposito quindi l'assemblea non ha espresso un giudizio unanime, è stato deciso invece di aspettare qualche giorno per valutare cosa succederà a livello nazionale dopo le proteste per poi decidere le iniziative da intraprendere.

La facoltà di Lettere di Roma Tre ha seguito essenzialmente la posizione della Crui, della Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Ingegneria e del rettore Guido Fabiani oltre che di numerosi organi accademici delle università italiane. Nella mozione della facoltà di Lettere, presentata alla fine dell'assemblea si "denuncia l'indifferenza del governo nei confronti delle centinaia di documenti di protesta prodotti dai diversi organi accademici e delle tante proposte costruttive, indifferenza che mortifica il libero, approfondito, democratico confronto tra governo, parlamento e parti sociali e istituzionali direttamente interessate ai contenuti del provvedimento e ribadisce la totale contrarietà al disegno di legge e, in particolare, reputa il provvedimento dannoso per i giovani, soprattutto se meritevoli".

Infatti per gli oppositori del Ddl il meccanismo che prevede quote di "riserva" ed un regime transitorio nei giudizi di idoneità è in netto contrasto con l'esigenza di selezioni basate sul merito e sul valore scientifico dei candidati alla docenza. Inoltre viene giudicato offensivo il trattamento riservato agli attuali ricercatori ai quali, tra l'altro, viene riservato il ridicolo titolo di "professore aggregato" pro tempore. Nella mozione il consiglio di facoltà chiede inoltre alla Crui "di intraprendere immediatamente tutte le azioni che possano contrastare l'approvazione "forzata" del provvedimento e a tutti gli organi accademici degli atenei italiani di associarsi alla protesta in atto, nella forma che riterranno più opportuna, inclusa eventualmente anche quella delle dimissioni dei rettori, presidi, presidenti dei collegi didattici, direttori dei dipartimenti".


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