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Repubblica-Scuola riformata, si studia per diventare ricchi

Scuola riformata, si studia per diventare ricchi CORRADO AUGIAS E gregio dottor Augias, sono una giovane neolaureata in lettere. Qualche tempo fa ho ricevuto una lettera della Banca M...

12/10/2003
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la Repubblica

Scuola riformata, si studia per diventare ricchi

CORRADO AUGIAS

E gregio dottor Augias, sono una giovane neolaureata in lettere. Qualche tempo fa ho ricevuto una lettera della Banca Mediolanum che mi invitava a una giornata di formazione, a Conegliano Veneto. Superato un test psico attitudinale, ho potuto assistere a una giornata di "formazione" memorabile. A parte le dichiarazioni d'amore nei confronti di Berlusconi (al quale "giornali come Repubblica e l'Espresso hanno sempre sputato ingiustamente in faccia"), mi sono trovata davanti uomini che abusavano di imprecazioni e parolacce, con una tronfia e ottusa sicurezza di sé ("siamo i vincenti nonostante tutte le diffamazioni") che hanno impedito qualsiasi intervento da parte della platea: l'unico che ha sollevato educatamente un'obiezione ha finito con l'alzarsi e andarsene inseguito da una serie di volgarità e ottuse illazioni ("chissà cosa gli inculcano in famiglia& i soliti comunisti").
Dulcis in fundo, il tutto è stato infiorato da battute sessiste nei confronti delle donne. La realtà descritta valorizzava l'apparenza (chi si è presentato senza cravatta era di fatto eliminato), il denaro facile (il tema della giornata è stato, in dialetto veneto, "i schei fa schei"), manifestava assoluto disprezzo verso quelli che hanno uno stipendio fisso. Ovviamente ho rifiutato l'attestato che a fine giornata veniva rilasciato.
Silvia Camilotti
guanci@adriacom.it
E gregio signor Augias, la signora ministro dell'Istruzione, inaugurando nei giorni scorsi l'anno scolastico davanti a telecamere e microfoni, ha rivolto agli scolari l'invito a "studiare per ottenere posti di lavoro ben remunerati". Le chiedo se non è diseducativa la motivazione dello studio in vista di un guadagno come fine e anche se sia vero che con più studio si ricevono posti più ricchi, o non sia invece un inganno come dimostrano proprio alcuni nostri politici.
Egidio Salerno
Bolzano.
N el recente scherzoso "sondaggio" del programma di Bonolis, un buon piazzamento nella classifica dei "basta!" lo hanno ottenuto quelli "per cui conta solo il denaro". Nulla di scientifico, intendiamoci, ma il segnale è forte. Sospetto che se la congiuntura economica non fosse così grama, se la "nave andasse", come si diceva negli anni Ottanta (anche se a rischio di vederla andare alla deriva) l'antipatia verso il denaro e i suoi adepti non sarebbe così diffusa. La congiuntura però è quella e i sentimenti che ne scaturiscono si allineano. Con la sua forsennata ideologia del denaro questa classe dirigente rischia di trovarsi in conflitto con il paese reale. Sicuramente lo è già con la scuola dove si è toccato il sommo ridicolo (nell'opuscolo sulla riforma) di parlare di "portfolio di competenze" a proposito di bambini di dieci anni.
La retorica sabauda era centrata sull'amor di Patria e sull'unità nazionale come ben dimostra il libro "Cuore". Poi sono venute la scuola, liberal-massonica, quella fascista, quella democristiana. Nessuna mai, nemmeno le scuole dell'epoca liberale, avevano mai fatto del denaro un obiettivo primario. Intendiamoci bene, il denaro è cosa molto seria e anche un buon aiuto a superare i disagi del vivere. Piazzarlo al centro degli interessi di fanciulli e adolescenti resta ripugnante. Fa pensare a povera gente molto ricca di soldi. E basta.


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