Repubblica: "Scuola, più soldi per gli insegnanti"
I figli degli operai La democrazia del merito
L´affondo della Gelmini: tolleranza zero contro il bullismo
Il ministro Brunetta: dobbiamo avere i prof più pagati d´Europa
Oggi la società italiana è immobile Il figlio dell´operaio è drammaticamente condannato a sua volta, e se è fortunato, a fare l´operaio
Dobbiamo premiare gli studenti migliori. Il merito non è una fonte di disuguaglianza, al contrario è la più alta forma di democrazia
MARIO REGGIO
ROMA - «Gli stipendi dei docenti vanno adeguati alla media Ocse. Lo scontro politico resti fuori dalla scuola. Non intendo cancellare ciò che di buono i precedenti ministri hanno fatto. L´Italia è pronta per affrontare i temi del merito e della valutazione di studenti e professori. Nessuna tolleranza per il bullismo a scuola». Mariastella Gelmini, fresco ministro della Pubblica istruzione, è uscita allo scoperto e ieri ha illustrato i suoi programmi futuri alla commissione cultura della Camera. E il ministro Renato Brunetta rilancia: «Dobbiamo avere i professori più pagati d´Europa».
Molte le citazioni nell´intervento di Mariastella Gelmini. A partire dal Santo Padre, «che non ha esitato a parlare di emergenza educativa», e il presidente Giorgio Napolitano, preoccupato per lo stesso motivo, per sottolineare la gravità della situazione ma anche per invitare tutti a uno «scatto d´orgoglio nazionale» che faccia risalire l´Italia dai posti più bassi delle classifiche.
Poi, il riferimento al merito: «La scuola deve premiare gli studenti migliori. Il merito non è una fonte di disuguaglianza, al contrario. Oggi la società italiana ce lo dicono i dati statistici, è immobile. Il figlio dell´operaio è, drammaticamente, condannato a sua volta, e se è fortunato, a fare l´operaio».
Andare avanti ma non a colpi di riforma. Nuove leggi solo se strettamente necessario, ha promesso Gelmini, e mantenimento di quanto di buono fatto dai predecessori, a partire dalla cosiddetta "circolare sui debiti" di Giuseppe Fioroni con il quale il nuovo ministro condivide l´opportunità di una scuola all´insegna del rigore e della serietà e una «legislatura del buon senso».
L´istruzione è storicamente la più formidabile leva di emancipazione e riscatto sociale, sottolinea il ministro, e proprio per questo «è ancora più urgente riparare questa leva nel Mezzogiorno dove i bassi livelli di apprendimento, la povertà e il degrado sociale rappresentano un male da estirpare». E dove la dispersione scolastica, con 200 mila studenti delle superiori che nel corso del quinquennio abbandonano la scuola o vengono bocciati, raggiunge picchi altissimi. Il «punto cruciale» secondo il ministro è senz´altro il merito e per affermarne il primato cita le parole di Antonio Gramsci quando nei Quaderni dal Carcere dice: «Occorre persuadere molta gente che anche lo studio è un mestiere, e molto faticoso, con un suo speciale tirocinio... «. Ma cita pure il programma del Pd quando propone «una vera e propria carriera professionale degli insegnanti, che valorizzi il merito e l´impegno». E perciò, nelle intenzioni del ministro, ci sono interventi per adeguare gli stipendi degli insegnanti alla media Ocse come pure il varo di un efficace sistema di valutazione, sia degli studenti che dei professori. La berlusconiana Mariastella Gelmini non rinnega la politica delle tre "i" - inglese, internet, impresa - ma ammette che ha un senso soltanto se si aggiunge una quarta "i": l´italiano. Ma le risorse finanziarie sono scarse: «Il precedente governo aveva avviato un piano triennale di contenimento della spesa pubblica nel settore scuola che noi abbiamo ereditato e rispetto al quale non possiamo che procedere. I conti dello Stato e la situazione economica internazionale lo impongono. Certo, la coperta è corta, ma la scuola è una priorità, non un capitolo di bilancio qualsiasi». La sua relazione ha ottenuto il plauso unanime della maggioranza, il Pd attende che alle promesse seguano i fatti. Gli studenti non si fidano molto e accusano il ministro di avere glissato su argomenti molto seri come la priorità della scuola pubblica.