Una lettera ai vescovi contro leggi che "marginalizzino" il cattolicesimo
ORAZIO LA ROCCA
CITTÀ DEL VATICANO - Giù le mani dall´insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche. L´altolà arriva direttamente dal Vaticano. Destinatari, i vescovi di tutto il mondo. Lo studio del cattolicesimo, avverte la Santa Sede, non potrà mai essere sostituito con materie tipo storia delle religioni o di etica e cultura interreligiosa, perché ciò significherebbe «danneggiare» e «marginalizzare» gli studenti che se ne avvalgono. Sarebbe invece «necessario - per il Vaticano - fare dell´insegnamento della religione cattolica una materia scolastica con la stessa esigenza di sistematicità e rigore che hanno le altre discipline».
Lo ricorda la Congregazione per l´Educazione Cattolica in una lettera alle Conferenze episcopali firmata dal cardinale prefetto Zenon Grocholewski. Il testo, firmato il 5 maggio scorso, viene diffuso ora in vista - spiegano Oltretevere - dell´apertura delle scuole. Difficile, quindi, non immaginare che il documento sia stato redatto tenendo particolarmente presente anche la situazione italiana, dove l´insegnamento della religione cattolica nelle scuole è sempre oggetto di forte dibattito tra i partiti. E dove appena qualche settimana fa il Tar del Lazio si è espresso contro la presenza degli insegnanti di religione nei consigli di classe e contro l´assegnazione dei crediti agli studenti che si avvalgono della religione cattolica. Pronunciamento in seguito annullato dal ministero dell´Istruzione, il cui titolare, Maria Stella Gelmini, non a caso ha subito definito «condivisibile la posizione espressa dal Vaticano». Di tutt´altro parere la Rete degli Studenti che teme che «l´ora di religione diventi merce di scambio tra Vaticano e governo» dopo il caso Boffo-Feltri. Come pure il segretario del Partito socialista Riccardo Nencini, che parla di «proposta inaccettabile e irricevibile».
Ma Oltretevere assicurano che - anche sulla scuola - il Vaticano non guarda solo all´Italia. L´insegnamento della religione nelle scuole - si legge infatti nella lettera - «è divenuto oggetto di dibattito e in alcuni casi di nuove regolamentazioni civili in determinati Paesi, che tendono a sostituirlo con un insegnamento religioso multiconfessionale o di etica e cultura religiosa, anche in contrasto con le scelte e l´indirizzo educativo dei genitori e della Chiesa». «Se l´insegnamento della religione fosse limitato ad un´esposizione delle diverse religioni, in un modo comparativo e ‘neutro´», per il Vaticano «si potrebbe creare confusione o generare relativismo o indifferentismo religioso». Da qui, l´ordine impartito ai vescovi di opporsi a qualsiasi tentativo di «insegnamenti multireligiosi o etici».
«Non capiamo queste preoccupazioni perché l´ora di religione nelle scuole è assicurata dal Concordato e dipende dall´autorità diocesana. Perché allora diffondere questo documento ora?», si chiede il segretario della Uil Scuola Massimo Di Menna.
|