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Repubblica-Scuola, il pasticcio dei precari

UN DISEGNO DI LEGGE ENTRO METÀ MESE, MA LA MAGGIORANZA È DIVISA Il ministro Moratti ha promesso Scuola, il pasticcio dei precari Punti cancellati e caos graduatorie: il governo ...

09/09/2003
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la Repubblica

UN DISEGNO DI LEGGE ENTRO METÀ MESE, MA LA MAGGIORANZA È DIVISA
Il ministro Moratti ha promesso
Scuola, il pasticcio dei precari
Punti cancellati e caos graduatorie: il governo cerca una via d'uscita
Uno spiraglio per sbloccare le assunzioni con venticinquemila possibili nuovi ingressi
Nuovi ricorsi in vista, qualsiasi soluzione lascerà qualcuno scontento
I diessini ironizzano "È come per la serie B, solo che qui non è uno sport"
MARIO REGGIO


ROMA - La già inestricabile matassa dei precari della scuola si sta ingarbugliando sempre più. Il ministro Letizia Moratti ha promesso un disegno di legge entro la metà del mese, ma le posizioni all'interno della maggioranza sono ancora distanti.
"Esiste un testo provvisorio, ma mancano alcune verifiche - afferma il professor Beniamino Brocca, responsabile scuola dell'Udc - servono una serie di proiezioni per vedere cosa succede con le modifiche dei punteggi e poi il confronto con le organizzazioni sindacali". E il professor Brocca non nasconde le sue preoccupazioni: "Non si può giocare sulla pelle della gente, dobbiamo fare il possibile perché le graduatorie siano equilibrate, evitando di toccare i principi sanciti dall'ultima sentenza del Tar del Lazio ma restituendo ai precari storici i 18 punti che gli sono stati tolti - continua - Ancora nessuno è in grado di dire se si farà un disegno di legge o un decreto. Forse riusciremo a sbloccare le assunzioni in ruolo, perché con 25 mila nuovi ingressi, almeno per i primi due anni non ci sarebbe un aggravio di spesa".
E intanto non accenna a smorzarsi la polemiche tra i 180 mila precari storici e i 40 mila "sissini", vale a dire i precari usciti dalle scuole di specializzazione post-laurea. Il dramma è che ambedue hanno le loro sacrosante ragioni. Gli storici hanno raggiunto l'abilitazione all'insegnamento, hanno vinto i concorsi a cattedra ed hanno maturato il loro punteggio dopo anni si supplenze nelle scuole. I sissini hanno frequentato per due anni i corsi post-laurea per l'insegnamento, grazie ad una legge del '99 firmata dall'allora ministro Luigi Berlinguer, ed alla fine del corso hanno maturato 30 punti aggiuntivi. L'intento della legge sulle scuole di specializzazione partiva dall'assunto che le "graduatorie permanenti" andassero smaltite nell'arco di qualche anno. Nel frattempo, le nuove leve, sarebbero uscite dai corsi post-laurea, programmati in base alle esigenze regionali. Ma il meccanismo, già complicato, si è inceppato per un motivo molto semplice: l'ultimo concorso a cattedra si è svolto quattro anni fa e negli ultimi due anni le assunzioni in ruolo sono state bloccate.
Caos e confusione erano quindi prevedibili. Come se non bastasse il ministro Moratti ha contribuito a complicare le cose: prima ha raddoppiato il punteggio dei docenti delle scuole paritarie equiparandoli a quelli delle statali. Poi ha deciso di accorpare le ultime due classi delle graduatorie permanenti. E lo scorso aprile, dopo un ordine del giorno approvato a grande maggioranza dal Parlamento, ha deciso di dare 18 punti in più ai precari storici per riequilibrare le graduatorie. Ma a luglio, dopo la sentenza del Tar del Lazio che dava ai ragione ai "sissini", ha dato ordine ai direttori regionali di rifare le graduatorie cancellando il bonus agli storici.
E adesso? L'ennesimo stop and go: ritornano i 18 punti, si rifanno le graduatorie in pieno anno scolastico e fioccano i nuovi ricorsi. Uno scenario che scontenterà tutti i precari, gli studenti e le famiglie.
"La scuola italiana è ormai come il campionato di calcio di serie B, scandito dai ricorsi e le sentenze del Tar - commenta Andrea Ranieri, responsabile scuola dei Ds - con la differenza che la scuola non è uno sport. L'anno scolastico riparte senza certezze didattiche e nella confusione più assoluta. I Ds hanno presentato tre mesi fa un disegno di legge che indica un percorso per uscire dal caos: immissioni in ruolo con numeri certi per i prossimi 5 anni, senza mettere gli uni contro gli altri precari storici e specializzati. Anzi tutti loro devono capire che devono marciare uniti verso la soluzione. Ma la cosa più preoccupante sono le idee della maggioranza che sono diventate chiare durante il dibattito al Meeting di Rimini. Il centrodestra vuole arrivare alla chiusura delle graduatorie e alla chiamata diretta dei docenti da parte dei presidi. Oltre a sancire la precarietà permanente una scelta del genere segnerebbe la fine delle scuole di specializzazione".


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