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Repubblica: Scuola, emergenza bullismo uno su due vittima di soprusi

la classe nel mirino

13/11/2006
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la Repubblica

Dati e storie di un fenomeno preoccupante. Il professor Pietropolli Charmet: numeri in crescita

CATERINA PASOLINI

ROMA - Il bullismo abita qui. E continua a crescere: un bambino su due ne è vittima o protagonista. Cresce, si moltiplica e si tinge anche di rosa: con ragazzine di "buona famiglia" pronte ad escludere, ad umiliare la vittima di turno perché il fenomeno non sembra conoscere più grandi distinzione di sesso. Al massimo di età.
Così tra banchi delle elementari un alunno su due racconta di essere stato umiliato, vittima di scherzi e soprusi dei suoi compagni o di averlo fatto lui stesso. Nelle aule delle medie e dei licei uno studente su quattro è stato almeno una volta oggetto di prepotenze, insulti o spintoni mentre sette alunni su dieci delle superiori ammettono di aver aggredito, e non solo a parole, compagni più giovani e deboli. Tra libri buttati dalla finestra o stracciati, piccoli furti, minacce, fino al gesto di spregio di urinare nelle scarpe da ginnastica.
Dati, cifre, storie diverse racchiuse a volte in stime nazionali di Telefono Azzurro-Eurispes, altre in ricerche locali come quella fatta negli istituti superiori di Trento che parla dell´aula, nel 27% dei casi, come luogo dell´aggressione e della strada nel 32%. Con le vittime scelte nel 30% dei casi tra i compagni di classe e nel 21% all´interno della stessa scuola con la quasi matematica certezza che nessuno denuncerà l´aggressione ai docenti. O nel volume "Bullismo Bullismi" di Marco Maggi e Elena Buccoliero che dà un lucido spaccato del fenomeno alle superiori.
Ma, numeri a parte, non hanno dubbi gli esperti, chi con i ragazzi, il loro disagio e malessere quotidiano vive, lavora e cerca di decifrare.
«L´impressione, anche di genitori e studenti, è che il fenomeno del bullismo sia in netta crescita», dice Gustavo Pietropolli Charmet, docente universitario di psicologia ed esperto di dinamiche adolescenziali». Un bullismo che nella sua definizione classica prevede nell´età che va dalle elementari alle medie un gruppo, con tanto di ordine gerarchico, che si coalizza contro il più debole, umiliandolo, mortificandolo.
Un bullismo che cresce sempre di più «perché sempre di più l´identità i giovani la chiedono e la ricevono dal gruppo e non dalla famiglia di origine. Il gruppo, che nasce già tra i banchi delle elementari, da sicurezza, senso di appartenenza, valore. E proprio per questo, per lasciarti esserne parte, può chiedere tutto. Può spingerti a fare cose che da solo non faresti mai. È la famiglia sociale dei giovani d´oggi, molto più sentita, molto più importante nella loro formazione di quella di origine». E se le donne erano un´eccezione, ora si dice siano il 15%, ad aggredire non più solo verbalmente ma anche fisicamente come dimostra il caso di pochi giorni fa in cui una ragazza ha picchiato a sangue la rivale in amore. E spesso queste "bulle" sono di classe medio alta, ha scritto Elisa Minetti dell´associazione dei pedagogisti clinici che ha studiato a lungo il fenomeno in Liguria. A dimostrare che i comportamenti si mutuano dal gruppo più che dal background famigliare.


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