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Repubblica: Scuola, è scontro su 50mila tagli

Sindacati in rivolta. Il ministero dell´Istruzione: allarme infondato

17/10/2006
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la Repubblica

Le stime del Tesoro nella relazione tecnica alla Finanziaria accendono le polemiche dell´opposizione e di parte della maggioranza

Non confermati gli 8 mila docenti di inglese assunti a tempo determinato. Restano i 7 mila inidonei e i 2.500 in sovrannumero

MARIO REGGIO

ROMA - La Finanziaria cancella 50 mila posti di lavoro nella scuola. L´allarme viene lanciato nella mattina di ieri sul sito di Tuttoscuola. it. Risulterebbe dalla relazione tecnica del Tesoro alla manovra finanziaria 2007. La notizia rimbalza sulle agenzie di stampa. L´opposizione spara a zero su Prodi e Padoa Schioppa. Malumori serpeggiano nella maggioranza. I sindacati della scuola preparano le barricate. «Tagli e cicoria per la scuola pubblica, attenzione per quella privata», tuona il segretario della Cgil Enrico Panini. Ma non è il solo. Rifondazione Comunista e Verdi annunciano: non daremo mai il nostro voto a questi tagli.
Sulle prime, al ministero della Pubblica Istruzione, si respira un´aria di sgomento, quasi di stupore. Poi il viceministro Mariangela Bastico, Ds, per molti anni assessore alla scuola e alla formazione professionale in Emilia-Romagna, contrattacca. «Sommare mele con pere costituisce un errore macroscopico, particolarmente grave quando si riferisce alla scuola, cioè ragazzi, famiglie, insegnanti e dirigenti, personale non docente e precari che attendono l´assunzione in ruolo - afferma il viceministro - i dati che descriverebbero i tagli della finanziaria sulla scuola sono del tutto infondati».
Polemiche a parte, cerchiamo di mettere in po´ d´ordine.
Un dato è certo: tornano a casa gli ottomila insegnanti esterni d´inglese che erano stati assunti a tempo determinato nella scuola elementare dal precedente governo per permettere a 14 mila maestri di portare a termine i corsi di formazione. L´ipotesi di «razionalizzazione» prevede la sistemazione definitiva dei 7 mila docenti inidonei e dei 2 mila e 500 sovrannumerari. I primi hanno abbandonato la cattedra per diversi motivi e lavorano sempre nell´amministrazione statale. I secondi hanno insegnato materie, come Educazione Tecnica, cancellate dai programmi scolastici. «Nessuno di loro andrà a casa - precisa Mariangela Bastico - ma verranno definitivamente sistemati nei ruoli e nelle funzioni sempre a carico della Pubblica Amministrazione».
Il vero nodo sono i 19 mila docenti che potrebbero perdere la cattedra come conseguenza dell´innalzamento del rapporto alunni/classi di 0.4 studenti per classe. Che fine faranno? Secondo le organizzazioni sindacali si tratta di una scelta suicida che porterà al sovraffollamento delle aule di materne e superiori. Di diverso avviso il viceministro Mariangela Bastico. «C´è chi finge di non sapere che la finanziaria prevede l´innalzamento dell´obbligo scolastico da 14 a 16 anni, con il relativo aumento delle cattedre. Come c´è chi dimentica che sono previste le "classi primavera" per i bimbi di due e 3 anni, assieme all´inizio dei corsi per l´educazione degli adulti».
Senza tenere conto, conclude la Bastico, del piano di assunzioni di 150 mila precari fino al 2010, «che metterà fine ad una piaga endemica del sistema scolastico italiano».
Ma il fronte sindacale non sembra convinto delle rassicurazioni che arrivano dal ministero della Pubblica Istruzione. «I tagli previsti per la scuola, ma anche per l´università - commenta il segretario della Cgil Enrico Panini - sono particolarmente pesanti. La Finanziaria, non solo prevede i tagli, ma contiene un meccanismo di recupero per il quale se i risparmi non dovessero arrivare entro i termini previsti, e si parla di un miliardo di euro in tre anni, verrà ridotta la spesa corrente».
Secondo Massimo Di Menna, segretario della Uil scuola, «il giudizio sui tagli previsti in Finanziaria è decisamente negativo. Occorre un confronto proficuo e sereno. È sempre la stessa storia: i tecnici del ministero dell´Economia pensano di ridurre la spesa pubblica risparmiando sul personale della scuola».
Critica anche la Cisl: «Tagli inaccettabili - commenta il segretario nazionale Francesco Scrima - altrettanto inaccettabile è la mancata copertura per il rinnovo del contratto, scaduto ormai da dieci mesi».


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