A Bologna fumogeni nel rettorato e poi un mini-blocco dei treni
ROBERTO BIANCHIN
MILANO - Si accende la rivolta nelle scuole italiane. Istituti e atenei bloccati, occupati, autogestiti. Assemblee, cortei, lezioni per la strada. Scontri e feriti a Milano. Dilaga in tutto il paese, dalle elementari alle università, la protesta degli studenti, e in alcuni casi anche dei docenti, scesi in piazza insieme ai loro alunni, contro la riforma del ministro dell´istruzione Mariastella Gelmini. Che ora minimizza: «So fare autocritica. Mi va bene il confronto anche quando è aspro. Sono una donna determinata, non una panzer ottusa».
La protesta più dura, finita con un bilancio di tre studenti feriti (due alla testa, uno al volto) e tre contusi, dopo uno scontro con la polizia, è andata in scena a Milano. Erano in duemila ad affollare l´aula magna dell´università Statale per dire no alla legge 133. Al termine dell´assemblea i collettivi studenteschi hanno dato vita a un corteo spontaneo, non autorizzato, che ha attraversato piazza Duomo e si è diretto verso la Prefettura. Ma i manifestanti, che urlavano slogan come «La Gelmini non la vogliamo» e «La vostra crisi non la pagheremo noi», è stato bloccato dalle forze dell´ordine. Allora gli studenti hanno proseguito fino a piazzale Cadorna e hanno cercato di entrare in stazione per bloccare i binari. La polizia li ha respinti con fumogeni e manganelli, sono volati pugni e calci, ci sono stati feriti e contusi. «Abbiamo filmato un carabiniere che ha colpito un ragazzo caduto a terra con un calcio e una manganellata», accusano gli studenti. «E´ stato un assalto alla città», contrattacca il vicesindaco Riccardo De Corato, secondo il quale dietro la protesta «si nasconde un´unica regia, ovvero la longa mano dei centri sociali e di una certa sinistra estrema e radicale».
A Bologna invece i ragazzi dei collettivi universitari, dopo aver fatto irruzione nel rettorato con fumogeni e sacchetti di vernice rossa, mettendo in fuga il rettore, Pier Ugo Calzolari, sono riusciti a entrare in stazione e a bloccare i treni sui primi due binari. A Roma gli studenti della Sapienza hanno occupato quattro facoltà (Lettere, Scienze politiche, Fisica e Chimica) mentre il Senato accademico ha indetto per il 24 ottobre una giornata «di riflessione e mobilitazione» con assemblee in tutte le facoltà, per chiedere «il potenziamento della ricerca, concentrando le risorse sulle università e sui dipartimenti che siano maggiormente in grado di competere a livello internazionale». Nella capitale, assemblee, occupazioni e autogestioni anche nei licei Archimede, Majorana, Pasteur, Bruno, Nomentano, Virgilio, De Chirico, Marco Polo. Un migliaio di studenti in corteo anche a Napoli, dov´è stato occupato il liceo Genovesi, e lezioni sospese all´ateneo di Bari, mentre l´università di Torino è stata listata a lutto.
Ma il corteo più affollato è stato quello di Firenze, 40mila secondo la polizia, 60mila per gli organizzatori. Studenti arrivati da tutta la Toscana, con striscioni del tipo «Gelmini sei, sei, sei rimandata», hanno attraversato la città fino a piazza Santissima Annunziata dove molti ragazzi hanno preso la parola «in difesa dell´istruzione pubblica». A Genova e a Palermo i rettori delle università sono scesi in piazza insieme agli studenti. A Genova hanno fatto lezione all´aperto sui gradini di una chiesa.
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