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Repubblica: Scuola, braccio di ferro sui precari

Il Tar: via libera ai ricorsi o commissariamento. Il ministero: una legge per superare la sentenza

11/10/2009
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la Repubblica

Trenta giorni per rispondere ai giudici A rischio migliaia di contratti
SALVO INTRAVAIA

ROMA - Elenchi dei supplenti nel caos e migliaia di contratti a rischio. Se entro 30 giorni la Gelmini non darà esecuzione alle sentenze del Tar Lazio sulle graduatorie dei precari, a viale Trastevere arriverà un commissario ad acta che potrebbe rivedere oltre 4 mila immissioni in ruolo e più di 100 mila supplenze assegnate tra agosto e settembre. L´ordinanza di venerdì del Tar del Lazio rischia di trasformarsi, per la scuola, in un autentico terremoto, con balletto dei supplenti e revoca di contratti a tempo indeterminato. Ma il governo è pronto alla contromossa: un provvedimento legislativo che «rende inefficace il pronunciamento del Tar ed evita il commissariamento», dando luogo però all´ennesimo braccio di ferro tra giudici e governo. I primi ritengono infatti che l´inserimento nelle graduatorie dei precari, dalle quali vengono reclutati i supplenti e metà degli immessi in ruolo, debba avvenire secondo il punteggio (cioè "a pettine") e senza sbarramenti di sorta. Mentre il governo ha previsto due scaglioni: le graduatorie principali e le cosiddette "code", dove sono stati inseriti i supplenti inclusi anche in altre province.
La querelle tra precari, 500 mila in tutto, inizia lo scorso aprile, quando il ministro Mariastella Gelmini emana il decreto per l´aggiornamento delle graduatorie "ad esaurimento" per il biennio 2009/2011. Provvedimento che prevede una novità: graduatorie bloccate per due anni e possibilità di inserimento, ma soltanto in coda, in tre province oltre a quella di appartenenza. Anche se nessuno lo dice apertamente l´accorgimento tutela i supplenti delle regioni settentrionali, quasi sempre con punteggi inferiori rispetto ai colleghi del meridione. Basta dare un´occhiata alle graduatorie per rendersene conto. In provincia di Milano, il primo in graduatoria nella scuola primaria ha 132 punti, ma il primo della "coda" ne ha 185 ed è di Vibo Valentia: in una lista senza sbarramenti sarebbe in cima. Stesso discorso a Torino e in quasi tutte le città del Nord: i primi della "coda" sono meridionali con un punteggio più alto. Nel meridione, le cose vanno diversamente. A questo punto, l´Anief (l´Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione) ricorre al Tar Lazio che a luglio concede la sospensiva. In poche settimane sono 15 mila coloro che ricorrono contro le graduatorie di "coda". Ma il ministero, in attesa del pronunciamento del Consiglio di stato, invita i dirigenti degli uffici scolastici provinciali e regionali a non adeguarsi. Nel frattempo vengono immessi in ruolo 8 mila docenti, metà dei quali reclutati dalle graduatorie ad esaurimento, e nominati oltre 100 mila supplenti. E a fine settembre arriva il pronunciamento del Consiglio di stato che dà ragione al Tar: inserimento "a pettine". A questo punto, viale Trastevere inserisce i ricorrenti in graduatoria "a pettine", ma con riserva e senza nessuna conseguenza per quanto riguarda le immissioni in ruolo e le supplenze. Secondo i giudici del tribunale amministrativo della Capitale, questo comportamento elude le ordinanze precedenti in questione e aggira la Costituzione. Per questa ragione ha condannato il ministero al pagamento di 5 mila euro per le spese legali e nominato Luciano Cannerozzi de Grazia, dirigente generale della Funzione Pubblica, per adempiere al "al dictum giudiziale".


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