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Repubblica-Scuola araba, l'avviso di Pisanu "Stop a tutti gli istituti paralleli"

Scuola araba, l'avviso di Pisanu "Stop a tutti gli istituti paralleli" Vertice dei ministri: un piano per le espulsioni dall'Ue Dopo il caso della chiusura delle classi a Milano dove studiava...

09/09/2005
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la Repubblica

Scuola araba, l'avviso di Pisanu "Stop a tutti gli istituti paralleli"
Vertice dei ministri: un piano per le espulsioni dall'Ue

Dopo il caso della chiusura delle classi a Milano dove studiavano i bimbi egiziani
E Prodi chiede al Viminale "Chiariamo quali sono gli indizi contro Bouchta"
i programmi I ragazzi di religione islamica in Italia devono andare in strutture di cui siamo in grado di controllare i programmi didattici
i ghetti Altri tipi di scuole creano soltanto dei ghetti, e questo è esattamente l'opposto dell'integrazione che cerchiamo
il tradimento Con l'espulsione di Bouchta credo di aver fatto un favore all'Italia e non capisco dove sia il tradimento: tra noi, mai nessun rapporto
le decisioni Ci sono molte posizioni da prendere in esame ma alla fine decido solo io e con tanto più scrupolo quanto più è cresciuta la possibilità di espellere
DAL NOSTRO INVIATO

CLAUDIA FUSANI
NEWCASTLE - Nella lotta al terrorismo il ministro Pisanu spiega ai colleghi europei la teoria delle "due mani", quella "armata contro i radicali" e quella "tesa verso gli islamici onesti". L'assemblea dei ministri Ue ascolta e condivide. Ma finora non c'è dubbio che l'Europa ha pensato di più a reprimere che a dialogare.
Ad esempio, le scuole coraniche, intese non come le fondamentaliste madrasse ma anche solo quelle riservate ai bambini di religione islamica come quella chiusa a Milano in questi giorni. Anche la mano del ministro Pisanu, in questo caso, sembra poco "tesa": "Io voglio un Islam italiano" dice. "I bambini di religione islamica che vivono in Italia devono andare nelle scuole pubbliche o comunque in strutture di cui siamo in grado di controllare i programmi didattici e l'idoneità degli insegnanti. Altro tipo di scuole parallele creano solo dei ghetti e creano delle enclave, esattamente l'opposto dell'integrazione che cerchiamo".
Nell'agenda del vertice dei ministri dell'Interno e della Giustizia dei venticinque paesi europei riuniti nel delizioso ippodromo stile liberty di Newcastle due mesi dopo le bombe di Londra e alla vigilia del quarto anniversario delle Torri Gemelle, c'è un solo punto all'ordine del giorno: la lotta al terrorismo.
Il titolare del Viminale e il ministro della Giustizia Roberto Castelli dicono che l'Italia "è all'avanguardia perché le norme approvate sono la risposta più concreta che è stata data a livello europeo". Si scambiano complimenti da una sala all'altra dell'ippodromo ("Pisanu sta lavorando bene" e le espulsioni sono "un regalo agli italiani" dice Castelli; "Mi fa piacere" risponde Pisanu) segno della "pace fatta" dopo le tensioni estive sul pacchetto antiterrorismo. L'Europa studia soprattutto le "nostre" misure sulla conservazione dei dati telefonici (per due anni) e di Internet (sei mesi, rinnovabili) e la soluzione trovata per espellere i predicatori di odio e di violenza, quindici dal 2003, fa meglio di noi solo la Francia di Sarkozy: diciassette dal 7 luglio. Le espulsioni sono la spina nel fianco di Londra che le ha annunciate ma non sa ancora come fare senza rinunciare del tutto al mito del melting pot, il miscuglio delle razze. All'imam marocchino Bouchta Bouquiri che accusa Pisanu di averlo "tradito" e di averlo trattato "come merce di scambio per fare un favore alla Lega", il ministro manda a dire: "Io credo di aver fatto un favore all'Italia e non capisco dove sia il tradimento visto che tra noi non c'è mai stato alcun tipo di rapporto". La via italiana alle espulsioni è presto spiegata: "Riguardano - dice Pisanu - persone che anche se non hanno commesso fatti specifici sono colluse con ambienti sovversivi e hanno avuto a che fare con il reclutamento di volontari per la jihad". Il leader dell'Unione Romano Prodi chiede dall'Italia di "chiarire quali sono gli indizi contro Bouchta". In effetti c'è il rischio di provocare reazioni esasperate nella comunità islamica. "Basta criminalizzazioni contro di noi" accusa la moglie di Feysal, tunisino espulso in questi giorni. Pisanu non ha dubbi: "Bouctha è come la moglie cinese del proverbio che è stata bastonata e lei sola sa perché. Non è stato espulso per la sua biografia ma perché polizia e intelligence hanno circostanziato i sospetti contro di lui. La marmellata nelle sue mani c'è anche se non si vede". Il ministro, che ha sempre presente la politica della "mano tesa", insiste: "Ci sono molte posizioni da prendere in esame ma alla fine decido solo io e con tanto più scrupolo quanto più è cresciuta la possibilità di espellere". Non bastano insomma parole pesanti come quelle rilasciate alle telecamere di "Matrix" dall'imam di Bologna Bajoumi per finire nell'elenco di chi rischia l'espulsione.
Dopo la prima giornata di lavori, i ministri europei lavorano a una decisione quadro perché "l'espulsione da un paese europeo di una persona non gradita equivalga all'espulsione da tutta la Ue". La Gran Bretagna, che ha la presidenza del semestre, ha fretta e vuole misure concrete entro dicembre. Anche sul problema della conservazione dei dati telefonici e del web dove invece l'accordo comune, nonostante l'impegno del commissario Franco Frattini, sembra perdere terreno. Non sono d'accordo i gestori e provider europei convocati per l'occasione a Newcastle per via dei costi troppo alti (ogni gestore dovrebbe spendere almeno cento milioni di euro per adattare i sistemi). E non sono d'accordo paesi guidati da Germania e Finlandia. In nome della privacy.


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