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Repubblica: Scuola al via tra precari e polemiche

Lunedì 8 milioni in aula. Gelmini: 7 anni per riassorbire i supplenti. I sindacati: tutte bufale

11/09/2010
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la Repubblica

Nuove regole anche per chi vuole fare l´insegnante: servirà la laurea a numero programmato

CATERINA PASOLINI

ROMA - Le mamme hanno già fatto le scorte e non solo di quaderni. Perché nella scuola che riapre tra due giorni per quasi otto milioni di alunni dalle materne alla maturità, manca di tutto. Dai professori agli insegnanti di sostegno, dalle aule, ai banchi alla carta igienica che si porta da casa. Lunedì suonerà la campanella in classi che si annunciano sempre più affollate, e persino fuorilegge visti i dati record di 37 studenti in una stanza. Tra supplenti non ancora nominati, professori che diminuiscono, ore di sostegno ridotte al lumicino e 22mila precari a rischio stipendio per i tagli. In questo quadro preoccupante il ministro Mariastella Gelmini ieri ha illustrato le nuove regole per diventare insegnanti, annunciando che «tra sette anni i 220mila precari saranno stati riassorbiti». Immediata la reazione di Cgil scuola e del Pd che l´accusano di falsare i dati e parlano di «bufala, imbroglio». Intanto i Cobas si danno appuntamento a Roma lunedì per un sit-in di protesta contro «un ministro che racconta favole», mentre domani i precari siciliani annunciano "l´invasione dello stretto di Messina". Riparte dunque tra le polemiche l´anno scolastico in un paese che non investe sull´istruzione. Secondo l´Ocse siamo agli ultimi posti come spesa per scuola, solo la Repubblica Slovacca investe meno. I nostri docenti hanno stipendi più bassi della media europea e gli studenti restano sui banchi più dei loro coetanei, ma con scarso rendimento. Ma ecco come il ministro Gelmini ha illustrato le nuove modalità per accedere all´insegnamento che si basano «sul tirocinio, sul numero dei nuovi docenti deciso in base al fabbisogno perché l´accesso illimitato crea precariato e lauree specifiche per ciascuna classe di abilitazione, con più inglese nuove tecnologie e migliore preparazione a tutti per l´integrazione dei disabili». Con l´idea, già contestata, di «superare gli scatti di anzianità e premiare il merito». Nella scuola dell´infanzia e primaria, ci vorrà una laurea a numero chiuso con prova di accesso che consentirà di conseguire l´abilitazione. Rafforzate le competenze disciplinari e pedagogiche, aumentato il tirocinio a scuola e corsi di inglese e nuove tecnologie. Per insegnare nella scuola secondaria di primo e secondo grado ci vorrà la laurea magistrale ad hoc completata da un anno di tirocini, sempre con selezione per l´ingresso alla laurea magistrale a numero programmato basato sulle necessità. L´anno di tirocinio prevede 475 ore a scuola sotto la guida di un tutor. E i 220mila precari? «É una piaga sociale molto dolorosa, ereditata dal passato, alla quale è difficile se non impossibile dare risposta. A 14mila precari troveremo i posti e i 220.000 nelle graduatorie dovrebbero essere riassorbiti entro sette anni», ha detto il ministro. Duro il commento del deputato Pd Rosa De Pasquale: «É una bufala. Tra tagli, cancellazione dei posti e mancate immissioni in ruolo le liste del precariato si esauriranno in qualche decennio». «Sul precariato non solo non vi è stata alcuna soluzione concreta, ma ancora una volta sono stati occultati i dati reali», ha aggiunto il segretario generale della Flc Cgil, Domenico Pantaleo.

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