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Repubblica-Scoppia la mina contratti pubblici

Domani riunione di maggioranza per il maxiemendamento alla Finanziaria con le misure per la famiglia. Tremonti non ci sarà Scoppia la mina contratti pubblici No del Tesoro al concordato fiscal...

17/10/2005
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la Repubblica

Domani riunione di maggioranza per il maxiemendamento alla Finanziaria con le misure per la famiglia. Tremonti non ci sarà
Scoppia la mina contratti pubblici
No del Tesoro al concordato fiscale. Meno tagli allo spettacolo

Epifani: "Lo slittamento degli aumenti non resterà senza risposte"
Via XX Settembre: accertamento di massa operazione complicata con effetti limitati
ROBERTO MANIA

ROMA - Nella Finanziaria non ci sarà alcun condono ma nemmeno il concordato fiscale e saranno ridotti i tagli allo spettacolo. Intanto scoppia la mina dei contratti pubblici. Ieri sera fonti autorevoli del Tesoro hanno smentito con nettezza l'ipotesi di ricorrere ad un accertamento di massa per il 2003 e 2004, proposto da An, guardato con simpatia dall'Udc e da alcuni settori di Forza Italia, ma bocciato dalla Lega. E mentre la maggioranza è ancora al lavoro per completare la manovra 2006 con la preparazione del maxiemendamento da presentare al Senato (per domani è previsto un vertice della Cdl), si rischia lo slittamento al 2006 degli aumenti contrattuali nel pubblico impiego, con un effetto benefico per il deficit.
Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, aveva detto no a nuovi condoni, che peraltro non avrebbero superato l'esame di Bruxelles, ma ora dice no anche ad un eventuale concordato fiscale di massa, nonostante possa far affluire nelle casse statali dai 2 ai 3 miliardi. Ma in realtà, è il ragionamento di Via XX settembre, queste risorse teoriche potrebbero essere utilizzate solo dopo essere state incassate. Dunque gli effetti sarebbero limitati rispetto alle dimensioni dell'operazione da organizzare.
Da domani comincerà anche il confronto nella maggioranza sul maxiemendamento per "riempire", in particolare, il Fondo da 1,1 miliardi per la famiglia: si va dal bonus di mille euro per ogni figlio successivo al primo nato nel 2005 e 2006, alle misure a sostegno delle famiglie con disabili gravi e non autosufficienti.
Tremonti, tuttavia, diserterà l'appuntamento perché oggi sarà sottoposto ad un'operazione al ginocchio. Ci saranno Vegas (Fi), Alemanno (An), Vietti (Udc) e Calderoli (Lega). Di certo saranno attenuati alcuni dei tagli presentati dal Tesoro a cominciare da quelli per lo spettacolo, anche se le riduzioni al Fondo unico resteranno quelle decise (142 milioni).
Dopo aver di fatto ammesso la possibilità di un rinvio contabile degli aumenti contrattuali fissati dai rinnovi del 2004-2005, il sottosegretario alla Funzione Pubblica Learco Saporito (An) ha dovuto precisare che il governo non ha alcuna intenzione di far slittare gli incrementi per i dipendenti pubblici. Ma il ritardo che sta registrando l'emanazione delle direttive per i comparti degli enti locali e del parastato, insieme ad una serie di obiezioni tecniche della Ragioneria, fanno pensare a Cgil, Cisl e Uil ad una specie di "ostruzionismo negoziale"; "l'ennesimo imbroglio", secondo il segretario della Fp-Cgil, Carlo Podda, dopo che il governo aveva garantito gli aumenti entro quest'anno. Per sbrogliare la matassa il ministro della Funzione Pubblica, Mario Baccini, chiederà delucidazioni al Tesoro. "Al momento - ha ammesso - il rinvio non mi risulta e l'ho appreso dai giornali". E al Tesoro si minimizza: le risorse sono già state stanziate nella Finanziaria anche se la firma degli accordi è destinata a slittare.
Dura la reazione dei sindacati. "Se fosse confermata l'ipotesi di un rinvio al 2006 degli aumenti - ha detto il leader della Cgil, Guglielmo Epifani - anche questa sgradevole scelta del Governo non resterebbe senza una adeguata risposta da parte del sindacato". E Savino Pezzotta, segretario generale della Cisl: "Questa Finanziaria è diventata un uovo di Pasqua, ogni giorno c'è una sorpresa". Secondo Antonio Foccillo della Uil "si rischia una esasperazione del conflitto". A fianco dei sindacati è sceso in campo Alemanno: "L'accordo sugli statali non si tocca".


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