Repubblica-Sapienza, occupato il Rettorato "Contro la riforma Moratti"

Il via a una settimana di contestazione, mentre si discute il disegno di legge alla Camera
Sapienza, occupato il Rettorato "Contro la riforma Moratti"
Tensione e sit-in simbolico di ricercatori e studenti
I manifestanti volevano essere ricevuti dal rettore ma hanno trovato le porte chiuse
Appuntamento in piazza Montecitorio stamattina per un sit-in a forma di "No"
BEATRICE RUTILONI

Rettorato occupato da ricercatori precari e studenti. Mentre per la riforma Moratti iniziava la discussione alla Camera, alla Sapienza è partita la mobilitazione. L'aria si è surriscaldata di prima mattina e si è dato il via a una settimana di contestazione, che sfocerà in uno sciopero nazionale, con blocco della didattica, il 2 marzo.
Subito tensione nel piazzale della Minerva, dove un gruppo di manifestanti, duecento circa, ha provato ad occupare l'Aula Magna, dopo aver stazionato in un sit-in pacifico sulle scalinate dell'edificio. Poi hanno tentato di entrare nel Rettorato, chiedendo di essere ricevuti dal rettore Renato Guarini. Ma quando hanno visto le porte sbarrate dalla polizia, è partita l'occupazione, anche se simbolica, dell'atrio, che è durata fino al primo pomeriggio.
Dopo è cominciato il balletto delle accuse, tra dirigenza della Sapienza e docenti, uniti dalla contrarietà alla riforma, ma divisi sulle forme di lotta. "Da Guarini ci aspettavamo più disponibilità - spiega Marco Merafina, coordinatore nazionale dei ricercatori universitari e grande sostenitore dell'altro candidato alla carica di Rettore, Gianni Orlandi - Volevamo questo incontro per chiedergli di prendere una posizione sulla nostra mobilitazione e sullo sciopero del 2 marzo. Invece lui ci ha sbattuto una porta in faccia" "Quello che pensa lo sappiamo bene, ma la sua contrarietà al decreto legge è puramente formale", rincara la dose Andrea Capocci, ricercatore precario di Fisica "Il Rettore ha fatto intervenire la polizia per impedirci di entrare: è una provocazione gratuita, quando invece ci sarebbe bisogno di atti concreti, come dichiarare il blocco della didattica, ufficialmente".
Guarini invece ribadisce l'impegno a contrastare la riforma sullo stato giuridico dei docenti: "Quello che sto facendo è un lavoro concreto: il Senato Accademico ha istituito un tavolo tecnico, che si è già riunito tre volte e del quale fanno parte anche i signori che oggi (ieri ndr) stanno qui a protestare che tra noi non c'è dialogo. Ma come? Sono stati ascoltati questa mattina (ieri, ndr) e ancora venerdì scorso. Mi viene da pensare che siano vittime di qualche strumentalizzazione, che, personalmente, non voglio subire".
Il tavolo tecnico della Sapienza mira a produrre un documento che prevede la modifica sostanziale del disegno di legge, mentre i rappresentanti della comunità accademica vogliono di più: "Il ritiro del Ddl Moratti", dicono categorici.
Una scena simile ma senza tensioni si presentava nelle stesse ore a Roma Tre, dove quaranta rappresentanti del comitato interfacoltà della terza università hanno bussato alla porta del rettore Guido Fabiani, ottenendo di essere ricevuti. "Mi hanno presentato le loro proposte di modifica alla riforma - ha detto Fabiani - ho dato loro piena disponibilità e garantito a questo scopo ogni spazio per il confronto pubblico".
Questa mattina chi è contrario alla riforma universitaria si ritroverà di nuovo: l'appuntamento è in piazza Montecitorio per un sit-in a forma di "No".