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Repubblica: Sangue, cortei, attacchi squadristi e l´università ritorna una polveriera

Cristian Floris, del portale Deegay: "È questione di clima cambiato ciò che fa la differenza" Il ministro chiede "una relazione sui fatti" al questore Frati, attaccato da sinistra e da destra

28/05/2008
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la Repubblica

CONCITA DE GREGORIO

Una macchia di sangue sull´asfalto, una piccola macchia scura potrebbe anche essere olio ma invece no è sangue, lì accanto per terra c´è un bastone chiazzato di rosso, un pezzo di volantino sporco: è sangue. Due sedie di quelle di scuola senza il sedile, un megafono, un foglio scritto a penna, tre bastoni. Una monovolume grigia col vetro sfondato: dentro, sul sedile posteriore, un cappellino degli hooligans e un pacchetto di Gauloises.

Alle due del pomeriggio, mezz´ora dopo le botte, davanti alla Sapienza questo è quello che resta. La cameriera del bar lì vicino, Gloria, dice che era uscita a fumare una sigaretta: "C´era un gruppo di ragazzi che attaccavano manifesti, parecchi, saranno stati una ventina. A un certo punto sono arrivate due macchine. Una si è fermata, quella grigia, e sono scesi mi sembra in quattro. Avevano in mano delle mazze, uno agitava in mano un oggetto piccolo, ho sentito gridare "che fai col coltello", poi un altro ha detto "avanti camerati", dopo un secondo erano tutti uno addosso all´altro, una violenza pazzesca, delle botte da pensare qui qualcuno ci resta secco. Sono corsa subito dentro ad avvisare, quando mi sono riaffacciata fuori erano ancora lì, qualcuno steso a terra. Uno non si muoveva, sembrava morto".
No, morti no. Solo una spalla rotta, teste spaccate, ferite di coltello alle braccia. Solo "codici gialli", diranno poi al Policlinico, ferite non gravi. Sei arrestati, la sera: due studenti dei collettivi di sinistra e quattro militanti di Forza Nuova. Fra questi Martin Avaro, un trentenne coordinatore provinciale del gruppo di estrema destra: in questura è schedato. C´era anche lui l´estate scorsa fra i venti del raid a villa Ada: quelli che col casco in testa e i bastoni fecero irruzione al concerto della ?Banda Bassotti´, manifestazione multietnica "Roma incontra il mondo", e aggredirono il pubblico ritenuto, evidentemente, di sinistra. C´è anche lui nel film "Nazirock" di Claudio Lazzaro, documentario la cui proiezione è stata sempre impedita dalle proteste dei neofascisti: vi si racconta tra l´altro dei meeting di Forza Nuova in cui si vendono decalcomanie filonaziste, stemmi con la faccia di Hitler da applicare alle felpe, testi negazionisti che sfoggiano in copertina titoli tipo "Auschwitz: fine di una leggenda". Non è uno studente, Martin Avaro. E´ un militante della destra estrema con precedenti per episodi di violenza.
Quindi uno, più uno, più uno fa tre: l´aggressione xenofoba al Pigneto, l´omosessuale di Deegay. it - Cristian Floris - aspettato e aggredito sottocasa, la spedizione all´Università. Dice Floris: "E´ una questione di clima quella che fa la differenza: è l´aria che si respira in questi ultimi tempi". Non che non sia mai successo prima: è che ora chi picchia si sente legittimato e non conta molto per gli studenti che nel pomeriggio manifestano per strada che Alemanno il nuovo sindaco abbia detto "sono quattro imbecilli, non facciamo teoremi politici, sono criminali isolati che vanno isolati". Non conta per i ragazzi in corteo perché come dice Vanessa, che è andata in questura a rilasciare "spontanea dichiarazione", "erano grossi, avevano i capelli rasati e ci hanno aggrediti a freddo, con tranquillità, come se non avessero paura di essere visti come se stessero facendo una cosa normale". Come se fosse normale. Come se non avessero paura.
Ora tutta la questione sembra essere chi abbia aggredito chi, perché Roberto Fiore segretario di Forza Nuova e deputato europeo dice "sono stati loro, i nostri stavano attaccando manifesti e loro li strappavano e ci hanno assalito in moltissimi", mentre i giovani dei collettivi studenteschi raccontano il contrario: "Noi stavamo attaccando i nostri manifesti, loro sono arrivati in macchina, uno aveva una croce celtica sul braccio, ci hanno accusati di aver strappato i loro volantini, avevano spranghe e coltelli, ci siamo difesi". I dati di fatto sono che la macchina è dei militanti di Forza nuova, chi era in auto "è arrivato". I manifesti strappati sono quelli del convegno sulle foibe a cui avrebbe dovuto partecipare Fiore. Tra gli arrestati i militanti di centrodestra sono quattro, quelli dei collettivi di sinistra due. Poi ci sono i testimoni: una persona che vive nel quartiere, sentita dalla polizia, G. N.: "Ho visto un uomo alto e robusto colpire con una spranga un ragazzo e fuggire a piedi". Giorgio, studente di Lettere, uno degli aggrediti: "Sono scesi dalla macchina ed hanno iniziato a picchiare. Noi ci siamo difesi e abbiamo aspettato la polizia". Davide, un altro studente: "Eravamo poco più di una decina fra cui molte ragazze. Loro sono scesi dalla macchina avevano le mazze". Un giovane al pronto soccorso estraneo agli scontri: "Ero lì che aspettavo il mio turno quando quello seduto davanti a me, ferito, mi ha detto ?ve la siete meritata´, era uno di destra, l´ho capito dai tatuaggi sul braccio".
Nel pomeriggio, all´assemblea autoconvocata a Lettere gli studenti chiedono le dimissioni del preside della Facoltà, del pro-rettore. "E´ andata come andò per Ratzinger - dice Susanna, 21 anni - prima gli hanno chiesto di venire poi ci hanno ripensato dicendo che non c´erano le condizioni di sicurezza. Una balla, perché le condizioni c´erano noi volevamo solo manifestare il nostro dissenso. Anche oggi: volevamo solo dire che Fiore a parlare delle Foibe in università non lo vogliamo". Per la mancata visita del Papa a manifestare davanti alla facoltà alla fine erano poco più di un centinaio. La conferenza che avrebbe dovuto svolgersi oggi aveva come titolo "Foibe, l´unica verità contro il negazionismo dei collettivi antifascisti". Il rettorato l´ha prima autorizzata, poi negata. "Preoccupazione di disordini" dice il prorettore Luigi Frati che aggiunge: "Ho visto i manifesti del convegno, non è possibile mettere un pugnale nel proprio simbolo: chi lo fa non ha cittadinanza alla Sapienza". Ci ha ripensato, insomma, e ne è soddisfatto.
I feriti sono sette. Il ministro dell´Università Gelmini ha chiesto "una relazione sui fatti" al Rettore. Anche Storace si rivolge al Rettore: "E´ incapace di garantire lo svolgimento di un convegno su una tragedia storica. Chi incendia il clima siede al vertice dell´Università".
In corteo nel pomeriggio gli studenti sono almeno cinquecento. Aprono con uno slogan che dice "fuori i fascisti dalla Sapienza". Scandiscono al ritmo di coro: "Alemanno, sono i tuoi amici, li conosci bene". I cordoni di polizia fanno barriera. La macchina col cappellino degli hooligans è ancora lì, in mezzo alla strada.


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